Consenso libero, previo e informato

Indigeni Penan Quando si parla di Consenso Libero, Previo e Informato, ci si riferisce a questioni legate alla vita dei popoli indigeni. (© BMF)

Quando si parla di Consenso Libero, Previo e Informato, ci si riferisce a questioni legate alla vita dei popoli indigeni.

In questo contesto, il consenso si riferisce a ciò che è legato alla vita dei popoli indigeni, al loro diritto alla terra e al territorio, compresi i luoghi che considerano sacri. Si tratta anche di risorse naturali. Presuppone consultazioni realizzate attraverso il dialogo tra le parti, in buona fede, e con una partecipazione piena ed equa. Inoltre, in questo contesto, libero significa libero da coercizioni, intimidazioni e manipolazioni; previo significa che il consenso è stato richiesto con sufficiente anticipo rispetto all'inizio delle attività da svolgere, rispettando i tempi dei processi di consultazione con le popolazioni indigene; e informato significa che le informazioni fornite sono chiare e complete. Tali informazioni dovrebbero essere accurate, accessibili e comprensibili, nella lingua e nel codice pienamente compresi dalle popolazioni indigene in ogni occasione, tendendo in considerazione la tradizione orale, nel caso in cui sia questo il codice usato dal popolo indigeno. Dovrebbe includere aspetti del progetto da realizzare come la tipologia, la dimensione, la reversibilità e la portata dello stesso o dell'attività da svolgere; i suoi obiettivi; la durata; le aree interessate; e soprattutto considerazioni e previsioni sui reali impatti economici, sociali, culturali e ambientali previsti, compresi i possibili rischi per le persone e la natura. oltre alla descrizione dei benefici per la popolazione locale. Ci dovrebbero essere anche informazioni complete sull'attuazione delle attività e sulle parti responsabili coinvolte.

Il CPLI vuole contribuire a rafforzare il rispetto e la comprensione dei popoli indigeni, le cui idiosincrasie e particolarità sono spesso ignorate dagli stati nazione, dalle organizzazioni intergovernative e dal settore privato interessati a realizzare progetti che riguardano i territori indigeni e le loro risorse.

Il CPLI dovrebbe essere applicato correttamente e contribuire a salvaguardare queste popolazioni da attività svolte da soggetti economici e attori sociali che mirano a usare e sfruttare le loro comunità e risorse. Si tratta di industrie estrattive, energetiche e di conservazione, ma anche entità che si occupano di sviluppare conoscenze tradizionali, la ricerca biologica e genetica e qualsiasi tipo di "sviluppo" che comporti l'invasione dei territori indigeni e delle loro risorse per implementare un progetto ad uso e a beneficio di popolazioni e territori che non sono quelli indigeni necessariamente.

Ad un altro livello, il CPLI è uno strumento che si occupa anche di vagliare le politiche, le leggi, i progetti, i programmi o gli studi che si riferiscono o influenzano le popolazioni indigene, o che sono destinati ad essere realizzati in territori indigeni da organizzazioni nazionali o multilaterali. Allo stesso tempo, si occupa anche di qualsiasi questione che richieda il loro trasferimento o che abbia il potenziale di provocare il loro trasferimento.

I popoli indigeni hanno spesso sistemi diversi di gestire la loro organizzazione sociale. Hanno tipologie specifiche di legittima rappresentanza, così come sono diverse e specifiche le tempistiche o il contesto in cui il processo decisionale interno deve avere luogo. Per partecipare al processo CLPI, i rappresentanti della popolazione indigena interessata devono essere liberamente eletti e nominati. Il processo di consultazione previa da cui si ottenere il CLPI richiede tempo, organizzazione e un sistema efficace di comunicazione tra le parti coinvolte. Pertanto, l’ottenimento del consenso libero, previo e informato, prevede una organizzazione logistica e amministrativa pianificata con largo anticipo rispetto all'inizio previsto del progetto o alla concessione dell'autorizzazione per le attività da implementare.

Questo principio si riflette in diversi strumenti di legge internazionali come la Convenzione ILO (International Labour Organization) n. 169, la Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni e la Convenzione sulla Diversità Biologica. Il Forum Permanente delle Nazioni Unite sulle Questioni Indigene riconosce il principio del consenso libero, previo e informato (CLPI) come una questione fondamentale per la realizzazione ed il godimento dei diritti dei popoli indigeni.

Va notato che ci sono modelli economici stabiliti dal sistema di mercato capitalista e dal retaggio storico del colonialismo che hanno fatto e stanno facendo danni irreparabili ai popoli indigeni. Inoltre, va detto anche che le procedure per ottenere il CLPI spesso non sono rispettate. Così, nonostante i benefici che rappresenta il suo progressivo riconoscimento negli ordinamenti giuridici nazionali e sovranazionali, e il numero crescente di precedenti nella sua applicazione, viene ancora considerato “solo” come un punto di partenza per l'incommensurabile lavoro di difesa e attuazione dei diritti dei popoli indigeni. La piena attuazione dei diritti già riconosciuti incontra ancora continue difficoltà e ostacoli, per cui è importante continuare il lavoro e l’impegno per esigere il pieno rispetto di questo diritto nei suoi diversi ambiti di applicazione.

 

Fonte:

The Declaration on the Rights of Indigenous People – A Manual for Human Rights Institutions