Cambiamento climatico

Pale meccaniche distruggono la foresta La deforestazione è una delle cause principali del cambiamento climatico (© Rita Sastrawan)

Nel 2013 il mondo ha dovuto accettare, su basi scientifiche, che il cambiamento climatico è un problema creato dalle emissioni eccessive di CO2 prodotte dall’attività umana.  Le temperature si stanno alzando e per il momento abbiamo raggiunto solo un “impegno” durante la COP21 di Parigi del 2015 per affrontare il cambiamento climatico.

Il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Pannel on Climate Change IPCC) nel suo Quinto Rapporto di Valutazione nel 2013 (Fifth Assessment Report AR5) ha messo a tacere tutte le discussioni sul tema, confermando l’unica verità possibile, ovvero che  la temperatura media globale sta aumentando e il clima sta cambiando a causa dell' aumento della CO2 emessa in atmosfera dall’uomo. Per produrre questo documento, che riporta le basi scientifiche del fenomeno, sono state consultate 9200 pubblicazioni scientifiche, dal 2007 al 2013, circa i due terzi del totale disponibile.

 

Questi alcuni dati di base:

La concentrazione di gas serra nell'atmosfera terrestre è direttamente correlata alla temperatura media globale del pianeta. I gas agiscono proprio come i vetri di una serra (da cui il nome): fanno passare la luce solare e trattengono il calore.

Dalla rivoluzione industriale in poi, la concentrazione di biossido di carbonio è in continuo aumento e con essa le temperature medie globali.

Il più consistente responsabile dell’effetto serra accelerato è il biossido di carbonio (anidride carbonica CO2), che è generato dalla combustione di combustibili fossili generata dall’uomo. Nei paesi industrializzati il CO2 costituisce oltre l’80% di emissioni di gas ad effetto serra.

I gas serra sono presenti in natura e sono essenziali per la sopravvivenza degli esseri viventi perché impediscono, tra l'altro, che una parte del calore del sole venga riflessa nello spazio, rendendo possibile la vita sulla Terra. Ma è una questione di scala. Questo fenomeno, normalmente naturale e benefico (senza l’effetto serra la temperatura media del pianeta sarebbe sarebbe di circa -18° C, invece degli attuali 15°) può diventare nocivo se le attività umane lo fanno aumentare in modo abnorme rispetto alle condizioni naturali.

Un secolo di industrializzazione, tra cui la deforestazione e certi metodi agricoli estensivi (piantagioni industriali a monocolture, allevamenti estensivi, ecc.) hanno notevolmente aumentato la quantità di gas serra nell'atmosfera. La crescita delle popolazioni e delle economie e con loro l’aumento del tenore di vita  sono direttamente proporzionali all’aumento  delle emissioni cumulative di gas serra.

L'AR5 ha valutato gli elementi di prova sulla situazione mondiale attuale, alcuni dei suoi risultati sono presentati di seguito in sintesi:

La temperatura media della superficie terrestre è aumentata 0,85 ° C tra il 1880 e il 2012.

Il decennio 2000-2010 è stato il più caldo dall’inizio delle rilevazioni.

Tra il 1983 e il 2012 l’emisfero boreale ha vissuto i trent’anni più caldi degli ultimi 1400 anni

Le emissioni di gas serra di origine umana sono aumentate rispetto all'era pre-industriale, portando le concentrazioni di CO2, metano e ossidi di azoto a livelli che non hanno precedenti negli ultimi 800.000 anni.

 

Si prevede che entro fine secolo la temperatura salirà oltre i 2 °, che è la soglia oltre la quale gli scienziati sostengono che il cambiamento climatico sarà irreversibile.

Probabilmente intorno al 20-30% delle specie vegetali ed animali sono a rischio di estinzione se la temperatura media globale supera i 2°.

Il livello medio del mare è aumentato di 0,19 metri tra il 1901 e il 2010. Entro il 2100 si prevede che salirà ancora,  tra 26 e 82 centimetri ulteriori.

Gli oceani hanno finora assorbito il 30 per cento delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo e questo ha portato ad una loro progressiva acidificazione con gravi conseguenze per la vita degli ecosistemi marini.

Le temperature più elevate provocano l’espansione del volume degli oceani. I ghiacciai e le calotte di ghiaccio si sciolgono per fornire più acqua agli oceani.

Così, il colore bianco brillante del ghiaccio e della neve lascia il posto al blu scuro, riducendo progressivamente la capacità di riflettere la luce del sole, che intensifica il calore.

 

Quello che non abbiamo ancora scoperto

Oggi giorno più preoccupante è quello che non sappiamo, perché l'umanità non può prepararsi per quello che non è possibile prevedere. L'impatto di anche piccoli cambiamenti in molti ecosistemi indicano quanto sia delicato l'equilibrio della natura.

Gli scienziati parlano di "punti di inflessione" in cui un cambiamento graduale arriva improvvisamente ad una svolta autoindotta. Ciò detto sorgono le seguenti domande:

Quanto metano c’è intrappolato nel permafrost che si sta scongelando e nel fondo degli oceani che si stanno riscaldando?

E se parte o tutto il metano venisse rilasciato, quali saranno le conseguenze per la temperatura e ed il clima globale?

Se la copertura di ghiaccio ai poli  continua a diminuire, e di conseguenza diminuisce la superficie bianca brillante e aumenta la superficie dell'oceano scura, quanto calore solare assorbirà la superficie scura e quanto calore in meno rifletteranno le calotte di ghiaccio verso lo spazio?

Questi sono alcuni degli esempi più semplici di possibili circoli viziosi identificati dagli scienziati.

 

La conferenza sul clima COP21 di Parigi 2015

Dopo 12 giorni di intensi negoziati  i 196 paesi presenti alla  COP21 di Parigi hanno deliberato un accordo che rappresenta il loro impegno, rispetto al cambiamento climatico, che non è in ogni caso strettamente vincolante e deve essere ratificato dai rispettivi paesi. Un impegno che si riassume in questi punti principali:

 • contenere l'aumento della temperatura del pianeta al di sotto di 2°C, puntando all'obiettivo di 1,5 entro il 2100;

• i paesi sviluppati dovranno finanziare i Paesi in via di sviluppo fornendo 100 miliardi di dollari l'anno a partire dal 2020 per contenere il cambio climatico;

• rivisitare gli impegni nazionali ogni cinque anni a partire dal 2023.

Tuttavia, ancora oggi carbone, petrolio e gas naturale  muovono le economie del mondo, e quasi tutte le moderne attività umane generano biossido di carbonio. Questo rende il cambiamento climatico una questione  estremamente complessa  legata, per altro, ad altri problemi complessi come la povertà, lo sviluppo economico e la crescita della popolazione. Non c'è dubbio che affrontare il cambiamento climatico non sará facile, ma sarebbe comunque peggio ignorare le conseguenze devastanti del problema.

 

Fonte: UNFCC

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