Arrivano i primi risultati della resistenza contro l’estrattivismo a La Merced de Buenos Aires

Protesta contro le miniere a La Merced de Buenos Aires, Ecuador La Merced de Buenos Aires vuole essere libera dalle miniere (© Ivan Castaneira/Agencia Tegantai)

30 giu 2021

In Ecuador, un giudice ha ordinato alla compagnia mineraria Hanrine di sgomberare la pubblica via in meno di 10 giorni. Ritiene che le autorità responsabili del controllo e della regolamentazione delle attività minerarie nel paese non siano state in grado di risolvere il conflitto socio-ambientale attivo da oltre 40 giorni nella comunità di La Merced de Buenos Aires, che è vigile e in tensione.

Il giudice Dr. Manuel Sucuzhañay, dell'Unità Multicompetente di Urcuquí, riconosce un rischio imminente di violazione dei diritti fondamentali delle comunità interessate da chi vuole imporre l'attività mineraria. Per questo motivo, ha dato alla compagnia mineraria Hanrine un termine di dieci giorni per ritirarsi dalla strada pubblica che sta costruendo, dove sono accampati veicoli e minatori che impediscono il libero passaggio degli abitanti delle comunità, mettendo a rischio la loro salute.

È stata l’ urgenza di proteggere la salute in un contesto pandemico, e in definitiva la vita stessa, che ha spinto la comunità a unirsi per respingere la minaccia dell’invasione mineraria e difendere il loro diritto ad un ambiente sano e a scegliere il modello di sviluppo che preferiscono, legato alle attività agroforestali e di allevamento tradizionali. L'area fa parte della riserva ecologica di Cotacachi-Cayapas, un ecosistema unico che fa parte della bio-regione del Chocó e di fondamentale importanza per la regione andina.

Lo Stato ecuadoriano ha riconosciuto una concessione mineraria e ancora una volta - nel momento in cui una compagnia mineraria si stabilisce nei territori e la comunità rifiuta di concedere l’accesso - ha dimostrato incompetenza quando si tratta di gestire il conflitto con la polizia e l'esercito. In passato, la zona è stata invasa da un'intensa attività mineraria illegale, e i suoi abitanti sono decisi a non a rivivere l'incubo che hanno vissuto. 

Per il momento, il popolo di Buenos Aires considera le misure precauzionali emesse dal giudice Sucuzhañay una vittoria. È un momento cruciale, poiché un nuovo governo si è appena insediato nelle ultime settimane fa, e tra le varie promesse elettorali, il nuovo presidente Guillermo Lasso si è impegnato a vietare l'estrazione mineraria.

La comunità è grata all'assessore Mario Ruíz, che ha presentato l'azione legale (amparo) per fermare  per aiutare a prevenire ulteriori scontri. In un comunicato, l'assessore chiede che la sentenza venga posta in esecuzione il più presto possibile, e ha dichiarato: "La sentenza segna un precedente storico in cui il popolo, attraverso il diritto costituzionale, fa prevalere i suoi diritti contro le grandi compagnie transnazionali". La compagnia mineraria che ha causato il conflitto ha sede in Australia.

Nonostante le buone notizie, la petizione di Salviamo la Foresta rimane attiva a sostegno della comunità che ha già raccolto oltre 94.000 firme. La lettera, indirizzata alle autorità ecuadoriane, chiede che " le azioni di intimidazione contro la popolazione di Buenos Aires e che assistano alle denunce senza criminalizzare, accusare in modo parziale o pregiudicare la comunità nel suo insieme”, garantendo il diritto a protestare e alla resistenza pacifica. Inoltre, chiede che si chiariscano tutti gli aspetti della concessione mineraria e che venga avviato un adeguato processo di consultazione, compreso il Consenso Libero Previo e Informato (CLPI) a cui ha diritto la comunità indigena degli Awá, direttamente interessata. Questi strumenti e procedure previsti dal diritto internazionale non sono stati portati a compimento.

La parrocchia di Buenos Aires ritroverà la pace solo quando si estingueranno le concessioni minerarie imposte sul territorio senza alcun tipo di consultazione. Un'altra richiesta che rimane aperta è la riparazione dei danni causati dall'attività mineraria illegale che va avanti da diversi anni. Per questo motivo, l’allerta ed il monitoraggio internazionale continuano, così come il nostro impegno nel riferire ciò che sta accadendo a La Merced de Buenos Aires fino a quando il conflitto non sarà completamente risolto.

#EcuadorMegadiversoNoMegaminero

#BuenosAiresFreeofMining

#AguantaBuenosAires

Ulteriori informazioni dall'Alleanza Ecuadoriana per i Diritti Umani