Protesta contro l'oleodotto: La polizia arresta nuovamente gli studenti in Uganda
31 ott 2023
In Uganda, la polizia ha nuovamente interrotto con violenza una manifestazione pacifica contro l'oleodotto EACOP e ha arrestato quattro studenti. Uno di loro ha contratto la tubercolosi in prigione. Nove giovani sono già sotto processo da un anno con accuse simili.
Circa 50 studenti volevano consegnare una petizione contro l'oleodotto EACOP al Parlamento di Kampala il 15 settembre. Tuttavia, gli agenti di polizia hanno negato loro l'accesso, hanno picchiato alcuni di loro e hanno arrestato quattro giovani. Hanno trascorso un fine settimana in carcere e sono liberi solo su cauzione.
Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i difensori dei diritti umani, ha condannato gli arresti definendoli "molto preoccupanti", secondo quanto riportato dal Guardian.
Kajubi Maktum, uno dei detenuti, ha contratto la tubercolosi nel carcere, notoriamente sovraffollato.
"Il governo ci ha minacciato e ha cercato di spaventarci. Ma noi non ci faremo intimidire".
Kajubi Maktum e Waswa Alex Lyazi erano già stati arrestati un anno fa insieme ad altri sette manifestanti. Il gruppo è stato trascinato in tribunale, ma da allora il processo è stato rinviato. Apparentemente una tattica per intimidire e logorare gli accusati. Altre date del processo sono previste per il 25 e 30 ottobre e per il 6 novembre.
Salviamo la Foresta sta conducendo una campagna attraverso una petizione e una campagna sui social media per impedire alle autorità di molestare o minacciare ulteriormente loro e altri attivisti.
Resistenza al folle progetto petrolifero
L'East African Crude Oil Pipeline (EACOP), lungo 1.440 chilometri, trasporterà il greggio dal lago Albert, nell'Uganda occidentale, al porto di Tanga, in Tanzania. Sono coinvolte le compagnie petrolifere TotalEnergies, francese, e CNOOC, cinese.
La Total vuole addirittura produrre petrolio nel Parco Nazionale delle Cascate Murchison, mentre la CNOOC ha già costruito un impianto di perforazione sul Lago Alberto.
Vi invitiamo a firmare e diffondere la nostra petizione contro l'EACOP e i progetti petroliferi associati.