Perù: territori indigeni remoti minacciati dall’invasione criminale della coltivazione di coca

24 lug 2023

In Perù, la coltivazione di coca è aumentata dell'87% nel 2022, per un totale di 18.674 ettari rispetto ai 9.989 ettari del 2021. In particolare, nei territori indigeni e nelle aree protette la coltivazione è aumentata dell'87% nel 2022 per l'invasione criminale della coltivazione di coca. Questa è una minaccia ulteriore per la conservazione di queste terre e per la vita delle comunità indigene.

Secondo un rapporto del 2022 supportato da immagini satellitari della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Vita Senza Droga (DEVIDA) del Perù, la crescita dell’estensione della coltivazione di coca è preoccupante perché le foglie di coca sono la materia prima principale utilizzata per la produzione di cocaina. La coltivazione di coca in Perù ha raggiunto un livello record nel 2022. Il Paese aveva circa 95.008 ettari di terreno dedicati alla coltivazione della coca, con un aumento del 18% rispetto all'anno precedente e del 54% rispetto al 2020. L'aumento più significativo si è dato al di fuori delle zone di coltivazione tradizionali nella valle dei fiumi Apurímac, Ene e Mantaro, detta anche “Vraem”.

L'interesse dei gruppi crimininali dediti al narcotraffico si è rivolto ai territori indigeni dove la coltivazione è aumentata dell'87% nel 2022, raggiungendo un totale di 18.674 ettari rispetto ai 9.989 ettari dell'anno precedente.

Attualmente, la coca coltivata nei territori indigeni rappresenta il 20% dell'area di coltivazione totale del Perù. Questa espansione è dovuta all'invasione della coltivazione di coca nei territori indigeni e nelle aree protette che sono state scelte dai gruppi criminali per la scarsa presenza dello Stato.

La coltivazione di coca coincide con l’aumento del consumo di cocaina, che ha registrato livelli record nel 2022. Mentre gli Stati Uniti e l'Europa rimangono i maggiori consumatori di cocaina, sono emersi nuovi mercati nei paesi di transito, come Africa, Medio Oriente e Asia.

L’aumento dell’espansione della coltivazione di coca è molto preoccupante. Infatti, la trasformazione della pasta di coca ed esportazione della cocaina sono gestite dai trafficanti internazionali, dalla criminalità organizzata transnazionale e dalla corruzione dei funzionari di governo. Questi interessi mettono a rischio la vita e i territori dell’Amazzonia peruviana e dei loro abitanti indigeni, che come sempre pagano a caro prezzo lo sfruttamento delle loro risorse ancestrali per soddisfare piaceri e ingrossare profitti che a loro non portano alcun beneficio.

Invasione territoriale criminale, minacce e omicidi

Le comunità indigene subiscono l’invasione dei loro territori da individui dediti alla coltivazione della coca che scelgono le aree indigene a causa della loro posizione remota, dove la presenza dello Stato è quasi inesistente. Le zone maggiormente in pericolo da questa invasione sono Ayacucho, Amazonas, Cusco, Huánuco, Junín, Loreto, Pasco e Ucayali.

I dipartimenti amazzonici di Ucayali e Huánuco sono strategici per i trafficanti, poiché fungono da punti di transito per la cocaina che viene trasferita nei porti dell’ Ecuador e del Brasile per raggiungere i paesi di consumo.

"Il narcotraffico potrebbe essere la causa della scomparsa delle popolazioni indigene dell'Amazzonia sudamericana", afferma Ricardo Soberón, presidente esecutivo di Devida, in un'intervista al quotidiano peruviano La República.

In particolare, la comunità indigena Kakataibos del dipartimento di Ucayali è stata presa di mira dai gruppi di narcotrafficanti a causa della loro opposizione all'espansione delle coltivazioni illecite di coca. Dal 2019, quattro leader Kakataibos sono stati uccisi per essersi opposti ai narcotrafficanti.

Così come abbiamo documentato in altri casi in cui gli interessi agro speculativi hanno messo in pericolo la vita e i territori indigeni del Perù  anche nel caso della coltivazione di coca per alimentare il narcotraffico ha portato alla resistenza risoluta delle comunità indigene.

Le comunità indigene chiedono protezione

Le comunità indigene hanno chiesto protezione allo Stato peruviano contro questa invasione. In particolare la comunità Kakataibos ha chiesto il sostegno delle autorità per sradicare le coltivazioni di coca che erano state piantate sulle loro terre senza autorizzazione, marciando nella capitale Lima nel 2021.

Le operazioni di sradicamento forzato sono state avviate a metà giugno 2022 in risposta alle richieste della comunità e per frenare l'espansione delle coltivazioni illecite nella regione. Purtroppo, come si è visto in altri casi come quello della Colombia - dove sono stati creati anche problemi ambientali di inquinamento grave - lo sradicamento può complicare ulteriormente la situazione delle comunità colpite dalle invasioni i criminali.

Infatti, la mancanza di un sostegno e di una presenza costante da parte delle autorità dello Stato dopo l'eradicazione lascia le comunità in uno stato di vulnerabilità e quindi esposte a potenziali rappresaglie da parte dei narcotrafficanti.

Per questo, affrontare l'espansione della coltivazione della coca in Perù, come in altri paesi dell’America Latina, richiede strategie globali che considerino i fattori sociali, economici e ambientali. Oltre ad agire per dissuadere il consumo di stupefacenti per uso ricreativo.

Infine, è fondamentale affrontare lo sconfinamento nei territori indigeni, proteggere le vite delle comunità indigene sempre più a rischio, le aree protette, combattere il narcotraffico, tenendo conto delle complessità e dei rischi associati ai diversi territori. 

Fonti:

Comisión Nacional para el Desarrollo y la Vida sin Droga [DEVIDA] (2023). Monitoreo de Cultivos de Coca 2022.

https://www.gob.pe/institucion/devida/noticias/788249-devida-presenta-el-reporte-de-monitoreo-de-cultivos-de-coca-al-2022 .

Voss Gavin, (5 Luglio, 2023). Peruvian Coca Continues Expansion as New Regions Gain Importance. InsightCrime. https://insightcrime.org/news/peruvian-coca-continues-expansion-as-new-regions-gain-importance/ .