La situazione attuale nella valle di Areng
1 apr 2015
Attraverso una campagna ambientalista, manifestazioni e proteste la popolazione della Cambogia cerca di impedire da anni la costruzione di una diga che distruggerebbe la valle del fiume Areng, di eccezionale bellezza e biodiversità. Ora, il primo ministro Hun Sen ha congelato il progetto. Per il momento.
Sotto pressione per l’opposizione popolare rispetto al progetto idroelettrico di Areng, il primo ministro della Cambogia Hun Sen ha dichiarato di recente che la costruzione dell’idroelettrica Areng della compagnia Sinohydro non inizierebbe prima del 2018 e si è impegnato a sviluppare il potenziale ecoturistico della zona.
Molte persone vedono in questo annuncio il tentativo da parte di Hun Sen di attenuare la pubblicità negativa che il governo ha ricevuto dopo aver deportato dalla Cambogia Alejandro Gonzalez-Davidson, il 23 febbraio di quest’anno. Alejandro è uno dei membri fondatori di Mother Nature, organizzazione che ha avuto un ruolo importante nell’attivismo locale, aiutando a diffondere ampiamente la campagna per salvare il fiume Areng.
Nonostante risieda in Cambogia da 13 anni, ad Alejandro è stato negato il visto dall’ufficio immigrazione e gli è stato ordinato di lasciare il paese, cosa che non ha fatto. Alejandro, che si considera cambogiano, è stato arrestato ed espulso. Questo fatto è stato interpretato come una vendetta nei confronti della campagna di Mother Nature, non solo contro la diga di Areng, ma anche per fermare le campagne contro la miniera di ghiaia e la ricollocazione delle comunità locali.
Inoltre, ammesso che Hun Sen mantenga la propria parola, cosa che dubitano persone che conoscono bene la situazione, le autorità provinciali di Hong Kong e membri del governo centrale continuano ad esercitare pressioni per avviare lo sviluppo insostenibile nella valle. Questo significa che nonostante la costruzione della diga sia stata posticipata, le minacce contro la ricca biodiversità della zona continuano, cosa che necessita di un monitoraggio costante.
Nonostante i forti rischi, gli attivisti di Mother Nature continuano a lavorare per preservare l’incredibile bellezza naturale della zona. Il loro lavoro continua, sostenendo un movimento di giovani cambogiani affinchè si impegnino con cause come questa in quanto società civile. Questo movimento cresce rapidamente e consiste nell’informare milioni di cambogiani riguardo al suicidio ecologico che sta commettendo il governo, in nome di un tipo di “sviluppo” che significa semplicemente arricchire la solita elite di pochi.
Informazioni fornite da Mother Nature e International Rivers