Un triste primato per ENI: avviate le trivelle nell’ Artico
15 gen 2018
A dicembre 2017, il colosso petrolifero italiano ha ottenuto dall’amministrazione Trump il permesso per le esplorazioni petrolifere in Alaska, nell’Oceano Artico, al largo di Oliktok Point, a 100 miglia da una riserva naturale. I possibili incidenti sono" imminenti”, affermano dal Center for Biological Diversity.
Il permesso per iniziare i lavori di esplorazione nel Beaufort Sea, in pieno Oceano Artico in Alaska, è giunto ad ENI dal Bureau of Safety and Environmental Enforcement. ENI sarà la prima compagnia straniera ad avviare le esplorazioni. I lavori si svolgeranno da una piattaforma installata a 100 miglia ad ovest dell’Artic National Wildlife Refuge - una riserva naturale della vita selvatica lungo la costa di North Slope, in Alaska.
Il rischio di incidenti in seguito alle trivellazioni nell’Artico, tenendo conto del processo annuale di avanzamento e ritirata dei ghiacci marini, minaccia seriamente questa riserva naturale. "Le trivellazioni petrolifere nell'Artico rappresentano un rischio di incidente annunciato", ha dichiarato in proposito Kristen Monsell, direttrice del programma in difesa degli oceani del Center for Biological Diversity. "L'amministrazione Trump sta rischiando che si verifichi una grande fuoriuscita di petrolio”, ha aggiunto.
ENI è stata invitata a fornire una dichiarazione sul permesso ottenuto dal quotidiano The Washington Post, ma non avrebbe voluto pronunciarsi.
Sta di fatto che questa concessione ad ENI è in linea con la riduzione di almeno 10 aree protette degli Stati Uniti voluta dal presidente Trump per favorire lo sfruttamento di alcuni settori dell’economia, tra questi quello petrolifero, con conseguenze ambientali serie e dimostrabili.
ENI e l’Italia, potrebbero avere assieme all’amministrazione Trump, la responsabilità di mettere a rischio la sicurezza ambientale dell’Artico e la preservazione di una riserva naturale della vita selvatica che era rimasta immune dal pericolo di sfruttamento petrolifero in Alaska dal 2015 – grazie a una legge di protezione promulgata dall’amministrazione precedente.
Da alcune settimane, Salviamo la Foresta ha pubblicato una petizione che denuncia la riduzione delle aree protette da parte del presidente Trump e si unisce alle organizzazioni ambientaliste e ai cittadini statunitensi che si oppongono a questa scellerata decisione: unisci la tua firma, grazie!