Manifestazione: Le piantagioni non sono foreste
2 ott 2015
Salviamo la Foresta ha consegnato una petizione con 115.000 adesioni provenienti da tutto il mondo. Proteggere le foreste anziché fomentare le piantagioni di alberi: questa la richiesta a Durban.
Per espandere globalmente le piantagioni industriali di alberi si tagliano le foreste in molti luoghi del mondo. Secondo l’attuale definizione della FAO queste monocolture in grande scala non contano come foreste tagliate e vengono considerate opere di “riforestazione” con le quali si pretende compensare la distruzione delle foreste e si presentano come una soluzione falsa al cambiamento climatico. Le piantagioni industriali di alberi si stanno estendendo sempre più compromettendo la vita, l’alimentazione, l’accesso all’acqua e alla terra di molte comunità nel mondo. Per questo, numerose organizzazioni ecologiste si sono riunite condividendo lo slogan “Le piantagioni di alberi non sono foreste” e hanno consegnato la loro petizione al Congresso Forestale Mondiale che si è tenuto a Durban tra 7-11 settembre.
Migliaia di studenti ed ecologisti uniti: “Foreste per la vita, NON per il mercato”
Per un momento è sembrato che i funzionari della FAO non uscissero per ricevere la petizione. Adducendo “ragioni di sicurezza” hanno dichiarato che non era sicuro sostare di fronte alle porte d’entrata della sede dove si stava svolgendo il Congresso Forestale Mondiale della FAO. Però, il numero consistente di partecipanti, 3.000 persone, ha motivato il direttore del programma del Congresso, il Signor Motsamai Nkosi ad uscire ed ascoltare le critiche. Il messaggio era chiaro: “L’ONU, organismo che comprende la FAO, deve riconoscere che le piantagioni di alberi non sono foreste, ma “deserti verdi”.
L’attivista di Salva la Selva/Salviamo la Foresta, Guadalupe Rodríguez, ha fatto notare come, a causa dell’espansione delle piantagioni, a molte persone è stata sottratta la fonte essenziale di sussistenza. Però, l’ONU insiste nel definire “foreste” le piantagioni industriali di alberi e affermando che contribuiscono a proteggere il clima, nonostante la realtà rilevi il contrario.
“Le piantagioni di alberi sono una sottrazione di vita, acqua e terre”, campeggiava su uno dei grandi striscioni al fronte della manifestazione. “Foreste per la vita, NON per il mercato”, si leggeva in un altro. I ragazzi delle 40 scuole hanno cantato e presentato i loro striscioni con messaggi come: “Senza foreste non c’è futuro”, “Che si veda verde”, “Gli alberi ci danno l’ossigeno”, ed infine “Gli alberi e le persone sono amici”.
Programma Alternativo della Società Civile CSAP a Durban, parallelo al Congresso Forestale Mondiale della FAO
La manifestazione era parte di un variegato Programma Alternativo della Società Civile (CSAP) coordinato da organizzazioni della società civile sudafricana guidate dall’organizzazione Timberwatch. Salva la Selva/Salviamo la Foresta ha partecipato all’evento tutta la settimana contribuendo con interventi e proponendo temi di discussione e proposte di azione.
Alla fine dell’intensa settimana di attività, i membri del CSAP hanno trovato una nuova opportunità per incontrarsi e discutere con i funzionari della FAO guidati da Tina Vahanen, vicesegretaria del Congresso Forestale Mondiale. Hanno affrontato il grave problema dell’espansione delle piantagioni forestali e la modalità con cui le politiche forestali mondiali favoriscono la grande industria e non le comunità locali. I rappresentanti delle diverse organizzazioni hanno condiviso le loro posizioni e riflessioni emerse durante l’evento.
Ora, la FAO deve cambiare la sua definizione di “foresta”. Fino a quando questo non accadrà, le argomentazioni della FAO (adottate da molti governi ed istituzioni) continueranno ad essere deboli e confuse. La petizione per la FAO rimarrà attiva finchè non cambierà la sua definizione di “foresta” che include le piantagioni forestali. Insistiamo, quindi: Le piantagioni di alberi NON sono foreste.