Biocombustibili, foreste, cibo
25 feb 2015
Una lettera aperta sulla politica dei biocombustibli inviata agli europarlamentari del Comitato per l’Ambiante, per richiamare l’attenzione sugli effetti devastanti della stessa a livello globale.
In occasione dell’importante votazione tenutasi ieri, martedì 24 febbraio presso l’Unione Europea per porre un freno alle percentuali dei biocombustibili, quasi 200 organizzazioni ambientaliste e sociali, dal sud – est asiatico fino all’America Latina si sono rivolte con un appello a chi prende le decisioni nella UE, affinchè venga modificata l’attuale politica dei biocombustibili che ha impatti devastanti su questioni fondamentali come l’alimentazione e le foreste.
L’olio di palma per produrre il biocombustibile per il trasporto che si usa nella UE ha origini discutibili ed il suo impiego è aumentato del 365% dal 2006 a oggi. L’olio di palma proveniente da Indonesia e Malesia è l’ingrediente che si importa maggiormente nell’UE, per produrre biocombustibili per il consumo delle auto d’Europa. Non solo: l’incremento della domanda di olio vegetale per il biodoesel della UE ha gravi effetti, portando indirettamente all’espansione globale della monocoltura di palma da olio .
Spesso si dice che i biocombustibili sono una soluzione facile per fermare il riscaldamento globale, causato anche dalla nostra stessa ossessione per l’uso dell’auto oltre ad altre cause. Però, molte organizzazioni ambientaliste – tra queste Salviamo la Foresta – sostengono che le politiche dei biocombustibili che fomentano l’espansione delle piantagioni di palma da olio hanno effetti devastanti e irreversibili che includono il furto di terre, fame, aumento delle emissioni di carbonio nell’atmosfera e la deforestazione.
Una lettera aperta è stata mandata agli europarlamentari del Comitato per l’Ambiente del Parlamento Europeo, che hanno votato ieri martedì 24 febbraio per decidere se porre un freno o meno rispetto alla possibilità di includere le coltivazioni per i biocombustibili tra il novero delle coltivazioni alimentari, questo aiuterebbe a prevenire alcuni degli impatti devastanti a livello globale. Inoltre, la votazione riguardava la possibilità di contabilizzare l’impatto climatico totale della loro coltivazione. Le politiche attuali stabiliscono che il 10% dell’energia per il trasporto proceda da fonti di energia “rinnovabili” , questo attualmente significa che quasi il totale dei biocombustibili vengono prodotti a partire da coltivazioni alimentari.
Organizzazioni ambientaliste e sociali, che rappresentano comunità e persone colpite gravemente dalle politiche dei biocombustibili dell’Unione Europea, affermano che l’aumento crescente dell’uso dei biocombustibili causa ingiustizie ed iniquità di trattamento, abusi in ambito lavorativo e fomenta il lavoro infantile. Inoltre, provoca gravi perdite: di foreste e terre agricole fertili, di fonti d’acqua, sovranità alimentare e integrità culturale a causa delle grandi quantità di acqua che viene inquinata dall’industria con i suoi scarti e rifiuti, includendo fiumi e laghi che le comunità usano per pescare, bere e lavare. Molte comunità dipendono completamente dalla terra in quanto fonte di alimentazione e sostentamento.
Le piantagioni di palma da olio sono uno delle maggiori cause di emissione di gas serra nell’atmosfera a causa della deforestazione e la distruzione delle torbiere e per l’incendio dei terreni. Per queste ragioni i biocombustibili non contribuiranno a ridurre le emissioni di gas serra, piuttosto contribuiranno a peggiorare la critica situazione nella quale versa il cambiamento climatico.