La domanda globale d’oro distrugge le foreste tropicali
26 gen 2015
Secondo un recente studio, gli impatti dell’attività delle miniere aurifere nelle foreste tropicali hanno conseguenze drammatiche. Le aree più colpite in America Latina si trovano in Colombia, Guayanas, Venezuela, Surinam e Brasile.
Secondo uno studio recente, gli impatti dell’attività delle miniere aurifere sono devastanti per le foreste tropicali. Le aree dell’America Latina maggiormente colpite si trovano in Colombia, Guayanas, Vnezuela, Surinam e Brasile.
La pubblicazione scientifica afferma quanto Salva la Selva – Salviamo la Foresta sta denunciando da anni: l’enorme proliferazione di miniere d’oro distrugge le foreste tropicali, inquinando le acque con sostantze tossiche come il mercurio ed il cianuro, minacciando di estinzione la biodiversità e aggravando il cambiamento climatico. Secondo lo studio pubblicato nell’Environmental Research Letters, oltre il 90% della deforestazione avvenuta in America Latina si è concentrata in quattro punti principali, considerati punti caldi: la Guayana, il sud-est dell’Amazzonia, la regione di Tapajàos-Xingù in Brasile, e la valle del Magdalena e la regione dell’Urabà in Colombia.
La superficie deforestata a causa della miniera d’oro attualmente è di 1.680 km2 di foresta tropicale. Le autrici dello studio sostengono che una terza parte della deforestazione è avvenuta a meno di 10 km di distanza da zone protette, con le relative conseguenze negative.
Le scienziate hanno studiato la deforestazione tra il 2001 e il 2013, constatando che il periodo più intenso si è avuto tra il 2007 e il 2013, coincidendo con la domanda globale del metallo prezioso, provocata dalla crisi economica. Il prezzo dell’oro, metallo considerato come bene rifugio, ha registrato un aumento di prezzo negli ultimi anni, fino ad arrivare a 1.900 dollari statunitensi all’oncia (28,3 grammi).
Il lavoro di ricerca rivela la distruzione di aree di foresta incontaminata sempre più remote e ricche pertanto di biodiversità, che vengono distrutte da macchinari pesanti e dall’uso di componenti tossici.
Bisogna evidenziare che gran parte dell’oro è desinato alla produzione di gioielli, all’acquisto in qualità di bene rifugio rispetto alla crisi economica, e che l’oro viene utilizzato, fondamentalmente, in modo superfluo ed assolutamente prescindibile.