Il governo ecuatoriano perseguita ecologisti e difensori dei diritti
6 dic 2013
Il Ministro dell’interno ecuatoriano ha ritirato il permesso di svolgere la propria attività alla Fondazione Pachamama dell’Ecuador. La ONG lavora da 16 anni nel paese per i diritti dei popoli indigeni e in difesa della natura. I suoi uffici di Quito sono stati chiusi. Che cosa significa?
Tutte le organizzazioni ecuatoriane e internazionali lo vedono come una dimostrazione di autoritarismo e si è diffusa grande preoccupazione tra i movimenti cittadini del paese. Questo episodio potrebbe essere “solo l’inizio” di una diffusa censura nei confronti di chi si oppone all’estrattivismo. Il caso non è isolato, dal 2009 il governo ecuatoriano ha inasprito le leggi per le attività delle ONG e ad oggi ne ha chiuse 29.
Il governo ha giustificato la chiusura degli uffici della Fundación Pachamama, il 4 dicembre a Quito, in seguito alla presunta aggressione nei confronti dell’ambasciatore cileno, Juan Carlos Lira, durante una recente protesta contro l’estrazione petrolifera, il giorno 28 novembre.
Però, molte organizzazioni sociali e ambientaliste sono concordi nel ritenere che la motivazione reale del governo è un’altra: censurare coloro che si oppongono all’estrazione petrolifera, mineraria e ad altri megaprogetti con notevoli impatti sui sistemi biodiversi del paese e con coseguenze nocive non solo per le popolazioni indigene e contadine, ma anche per tutta la popolazione.
Secondo la dichiarazione di Belén Páez, presidente della ONG alla sede “sono arrivati 15 persone in abiti civili che si sono presentate come funzionari di diversi ministeri e della polizia, e ci hanno annunciato che c’era stata un’ordinanza ministeriale per l’immediata chiusura della fondazione”.
Precedentemente, questa stessa settimana, la Fundación Pachamama aveva espresso in un comunicato la sua profonda preoccupazione per la politica petrolifera ecuatoriana, che attualmente vuole dare in concessione tre milioni di ettari di territorio amazzonico a compagnie petrolifere, senza seguire un regolare processo di consulta previa, libera e informata con le comunità del luogo che appartengono a sette diverse nazionalità indigene.
In questo contesto, la Fundación Pachamama dice chiaramente che “nè appoggia nè partecipa in alcuna azione violenta” e che non permetterano che la chiusura dei loro uffici, che considerano un’aggressione nei confronti della Fundación, distolga l’attenzione rispetto al dibattito sulla questione di fondo “che è la violazione dei diritti collettivi delle popolazioni indigene amazzoniche e dei diritti della Natura, a causa di una gara d’appalto petrolifera, realizzata contro la volontà dei legittimi propietari dei territori colpiti”. Precisamente su queste questioni si concentra il lavoro della Fundación Pachamama.
Dall’Europa, Salviamo la Foresta/Salva la Selva/Rainforest Rescue/Rettet den Regenwald esprime solidarietà alla Fundación Pachamama, ai suoi collaboratori e alle organizzazioni che lavorano con loro e si impegna a denunciare l’ingiustizia che sta sopportando. Continueremo a creare spazi di resistenza globale dove si possano discutere queste questioni e contrastare queste ingiustizie.
Conferenza stampa sulla chiusura della Fundación pachamama: giovedì 5 dicembre alle 11h a Alejandro de Valdez N24 33 e Av. La Gasca. Chiediamo la massima diffusione.
Ulteriori informazioni nel seguente comunicato della Fundación Pachamama
FUNDACIÓN PACHAMAMA ALL’OPINIONE PUBBLICA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Siamo dolenti di informare che nella mattinata di oggi, mercoledí 04 dicembre 2013, negli uffici della Fundación Pachamama nella città di Quito, si sono presentati alcuni funzionari della Polizia di Pichincha e hanno dato avvio alla chiusura della struttura, consegnandoci una risoluzione del Ministero dell’Ambiente che impone la cessazione dell’attività della nostra organizzazione.
Questa chiusura coatta è un atto arbitrario che vuole reprimere il nostro diritto legittimo a dissentire rispetto alla decisione del Governo Nazionale di consegnare in concessione i territori delle nazionalità indigene amazzoniche, a compagnie petrolifere, senza rispettare i loro diritti costituzionali, specialmente quello alla consulta libera, previa e informata, in accordo con gli standard del Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
La nostra posizione si fonda sull’esercizio della difesa dei diritti umani e della natura e si concretizza in azioni riconducibili allo stato di diritto. Da sedici anni abbiamo offerto il nostro appoggio solidale alle organizzazioni indigene che legittimamente rappresentano i popoli ancestrali dell’Amazzonia.
Ripudiamo le manifestazioni violente provenienti da qualsiasi settore. Non appoggiamo nè partecipiamo in alcuna azione violenta. Non ci si possono imputare azioni alle quali non abbiamo partecipato.
Per il nostro lavoro in difesa dei diritti siamo stati aggrediti pubblicamente e con violenza, attraverso espressioni del potere politico, diffuse ampiamente dai mezzi di comunicazione, controllati dal governo. Questa è violenza. Inoltre è violenza chiudere in modo coatto un’organizzazione, senza giusta causa, senza un adeguato processo che garantisca la legittima difesa.
Di fronte a questa aggressione dichiariamo che:
- Non rinunciamo al nostro diritto di difendere i diritti.
- Impugneremo l’illegale decisione avvalendoci di tutti i mezzi legali possibili.
Non permetteremo che l’agressione della quale siamo vittime, distolga l’attenzione rispetto al dibattito sulla questione di fondo che è la violazione dei diritti collettivi delle popolazioni indigene amazzoniche e dei diritti della Natura, a causa di una gara d’appalto petrolifera realizzata contro la volontà dei legittimi propietari dei territori colpiti, attraverso una “socializzazione”, non una consulta.
María Belén Páez
PRESIDENTE DELLA FUNDACIÓN PACHAMAMA
Articolo sul tema (in spagnolo)
Ecuador cierra la la Fundación Pachamama
http://www.lahora.com.ec/index.php/noticias/show/1101601710#.VOYlmEK4kdU