Costa Rica: le tartarughe sono in lutto
6 giu 2013
Jairo Mora era un giovane attivista che difendeva le tartarughe, nelle coste della provincia de El Limón, dai bracconieri che saccheggiavano le uova di tartaruga dai loro nidi. È stato sequestrato e assassinato di fronte a Moin, nella provincia del Caribe.
Il brutale omicidio del giovane ambientalista Jairo Mora, avvenuto nella mattinata del 31 maggio, riempie di indignazione, lutto e preoccupazione le organizzazioni ecologiste ed i cittadini di Costa Rica. Salviamo la Foresta è profondamente costernata per la morte di Jairo e si unisce alla condanna e ripudio dell’omicidio.
L’omicidio si aggiunge ad una lista, sempre più lunga, di persone uccise nella difesa della terra contro progetti estrattivi e nella salvaguardia della natura nel suo senso più ampio.
Difendere la vita con la vita
Difendere l’ambiente e i diritti umani non è un compito facile.
Preoccupa e indigna il rischio che corrono coloro che denunciano le atrocità contro l’ambiente e la vita: cresce la criminalizzazione verso le persone che difendono l’ambiente e sempre più spesso dalla stigmatizzazione e le minacce si passa all’omicidio.
L’intolleranza, la criminalizzazione, la persecuzione e la giudicalizzazione della difesa dell’ambiente non sono una novità in Costa Rica, così come in molti altri paesi. È ben noto il massacro della Bagua, avvenuto durante la repressione del governo peruviano nel quale persero la vita indigeni che protestavano contro una serie di decreti che “privatizzavano la foresta”. Decine di persone che reclamavano le loro terre per l’espansione della palma da olio in Honduras hanno perso la vita, presumibilmente, per mano di sicari, forze di sicurezza o paramilitari, contrattati da latifondisti che accumulano la terra per le monocolture. Ricordiamo anche molti attivisti come Mariano Abarca, difensore della natura contro un progetto minerario, assassinato nel 2009 in Chiapas, Messico; contro progetti minerari si batteva anche Gerry Ortega, difensore ambientale e giornalista radiofonico, ucciso nel 2011 a Puerto Princesa, Palawan, Filippine. Più recenti sono le morti di Gilbert Paborada e altri membri dell’alleanza degli indigeni Kaluamby a nord di Mindanao, sempre nelle Filippine, che attualmente si oppongono all’espansione della palma da olio.
Senza contare inoltre lo sterminio sistematico di indigeni embera o awà in Colombia, ignorato dagli organismi e della stampa internazionale, nonostante le denunce, oppure le violenze contro gruppi indigeni incontaminati in Equador che mentre soffrono per i continui attacchi vedono il loro territorio ridursi sempre più, causando la loro estinzione definitiva.
Condanna per i responsabili e cessazione dell’impunità
Chiediamo al Governo di Costa Rica che ponga fine all’impunità e che adotti tutte le misure necessarie per proteggere la vita e l’integrità fisica di chi difende l’ambiente e la biodiversità, così come che si assuma la responsabilità di vigilare a favore delle risorse naturali e per le persone che lavorano per proteggerle.
Esigiamo una condanna per i colpevoli diretti e indiretti di questa atrocità.
Centinaia di cittadini e di organizzazioni ambientaliste si uniscono al cordoglio, preoccupazione e indignazione per i rischi che corre chi come Jairo Mora denuncia le terribili atrocità contro l’ambiente e la vita.
Tutti i cittadini di Costa Rica amanti della vita sono stati invitati il 5 giugno, alle 5 pm, nel MINAE per ripudiare l’impunità storica contro le aggressioni agli ambientalisti e per omaggiare Jairo. Accompagnamo con il cuore, dalla distanza.
In agosto 2009 Salviamo la Foresta aveva appoggiato con una protesta online alcune organizzazioni di Costa Rica che difendevano le tartarughe liuto.
Continuiamo a difendere la vita con la vita...