Per la UE le api vincono sui pesticidi, e per l’ Italia?
3 mag 2013
L’Europa ha proibito per anni i pesticidi associati all’estinzione progressiva delle api, cosí come conferma la votazione del 29 aprile a Bruxelles. Sorprendentemente, rispetto alle passate votazioni, l’Italia ha votato contro e questo ha dato vita a una seria polemica da parte degli ambientalisti Italiani.
Si tratta dei pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi: imidacloprid e clothianidin del colosso chimico Bayer e del tiametoxam prodotto da Sygenta. Ora la Commissione Europea deve attuare ed imporre la restrizione in modo definitivo.
Guadalupe Rodriguez di Salva la Selva afferma che “le organizzazioni ecologiste devono continuare a rafforzarsi lavorando in rete e con posizioni in difesa delle api, che significano vita e natura, poiché le lobbies della Bayer e della Sygenta hanno moltissimo potere. Loro hanno dato vita a una campagna di pressioni molto forti dati i profitti econinomici millionari che ottengono dalla vendita di questi pesticidi velenosi”. “Protestare in tempo per una causa giusta ed ecologica dá risultati”, aggiunge.
Questa vittoria ecologista ha avuto il sostegno dell’Autoritá Europea della Sicurezza Alimentare (EFSA, acronimo dall’inglese), che preoccupata per l’elevata mortalitá delle api ha presentato all’inizio dell’anno documetazioni sugli elevati rischi dell’uso deo neonicotinoidi. Da lí poi si é sviluppata l’attuale e vincente proposta della Commissione Europea per proibire i terribili pesticidi.
Resta da capire perché l’Italia abbia votato contro la proibizione dei neonicotinoidi, quando in passato aveva sempre espresso una posizione favorevole alla loro restrizione. Ora resta questo interrogativo, che lascia non poche perplessitá e preoccupazioni rispetto al clima europeo di maggiore ottimismo anche se la strada é ancora lunga per arrivare alla proibizione totale.
Il grande risultato del 29 aprile scorso puó significare l’inizio della possibilitá di recuperare le colonie di api chs sono drammaticamente in pericolo.
Stare in guardia
C’é ancora molto da fare per liberare le api e altri impollinatori dalle loro principali minacce.
Bisogna tenere conto che la proposta é temporanea, limitata a due anni con decorrenza dal 1 dicembre 2013 e parziale, escludendo i pesticidi nelle serre, nei cereali invernali e nelle fumigazioni dopo la fioritura. In ogni caso sarebbe un primo e decisivo passo che comprende un elenco molto significativo di coltivazioni che si aggiungono alle tre citate poc’anzi.
La posizione di Salviamo la Foresta
L’autorizzazione parziale all’uso dei pesticidi ne consente la compravendita, e cosí si rende possibile l’uso comunque, visto che non ci sono controlli. Per questo motivo, Salviamo la Foresta esige che la Commissione Europea si attivi perché si proibisca l’uso dei neonicotinoidi, non solo temporaneamente ma definitivamente.
Dovrebbe arrivare, per altro, a proibire la fabbricazione di questi veleni. Finché, finalmente, il loro utilizzo sará severamente controllato e la violazione di questa restrizione duramente sanzionata. Alla fine, l’Unione europea dovrebbe promuovere in modo serio una agricoltura autenticamente ecologica.
La Votazione
Alla votazione parteciparono i 27 paesi membri, 15 di essi hanno votato a favore. Nonostante secondo le norme vigenti non si sarebbe ottenuta la maggioranza qualificata per mettere in atto la proibizione, Tonio Borg, commissario europeo della Salute Pubblica e Politica dei Consumatori ha affermato al quotidiano inglese “The Guardian” che “la Commissione Europea dará il via alla proibizione nelle settimane a venire”.
I paesi a favore della proibizione di questi pesticidi: Francia, Germania, Olanda, Spagna, Bulgaria, Belgio, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Slovenia e Svezia.
Paesi contro: Regno Unito, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Portogallo e Italia.
Ulteriori Informazioni
Rapporto di Greenpeace “Api in declino - le minacce agli insetti impollinatori e all'agricoltura europea”
Articolo di La Repubblica: Quei pesticidi killer delle api, Greenpeace lancia l’allarme