La Shell e’ colpevole di inquinamento
7 feb 2013
Un tribunale olandese ha giudicato la compagnia petrolifera Shell colpevole dei danni causati a Ikot Ada Udo in Nigeria e per questo dovra’ pagare un indennizzo. Un verdetto che apre un’altra porta di speranza per le vittime delle multinazionali.
La Shell dovra’ pagare un indennizzo per i danni causati dall’inquinamento petrolifero nel delta del Niger. Un tribunale olandese ha riconosciuto la Shell colpevole dei danni ambientali causati a Ikot Ada Udo, Nigeria. Il verdetto apre un nuovo spiraglio di speranza per le vittime dell’opera delle multinazionali nel mondo.
Amici della Terra Olanda/Milieudefensie ha denunciato che il Niger e la sua popolazione ha sofferto a causa dell’inquinamento di milioni di litri di grezzo dal 1950. Questa organizzazione si e’ unita a contadini e pescatori per denunciare in Olanda la Shell, che ha distrutto la foresta, la pesca e molti villaggi. La denuncia si e’ concentrata sui danni avvenuti tra il 2004 e il 2008. Oggi possono rendere pubblico questo successo.
L’olandese Royal Dutch shell (RDS) possiede il 100% delle azioni della Shell Nigeria e i guadagni sono di circa 1,8 migliaia di milioni di Euro annuali che si accumulano in Olanda. Per questo i giudici hanno riconosciuto la responsabilita’ parziale della compagnia petrolifera per le perdite di petrolio. Evidenziano che la Shell non ha agito con le necessarie cautele per evitare i sabotaggi degli oleodotti che attraversano numerose comunita’ nigeriane. La sentenza segnala che a Ikot Ada Udo “le tubature potevano essere aperte con una semplice chiave inglese”.
La Shell si e’ difesa dalle accuse adducendo la mancanza di capacita’ di controllo delle attivita’ della consociata nigeriana, inoltre ha affermato che le leggi attuali non permettono di responsabilizzare la RDS per i danni causati in Nigeria. “Le argomentazioni della Shell alla luce dei fatti dimostrano una volta ancora la doppiezza degli standard di riferimento che utilizzano le grandi compagnie petrolifere rispetto alle perdite in Nigeria, a differenza di quelli che usano in Europa o USA. Nnimmo Bassey, presidente di Amici della Terra Interazionale ha dichiarato: “Siamo ottimisti che questa sentenza nel paese d’origine possa stimolare altre comunita’ ad esigere giustizia”, ha poi aggiunto Godwin Uyi Ojo, di ERA/amici della Terra Nigeria. Di fatto e’ la prima volta che la compagnia e’ obbligata dalla giustizia nazionale ad indennizzare le vittime delle perdite di petrolio avvenute in un’altro paese, ma i giudici non hanno accettato questa argomentazione.
Il tribunale ha assolto, di fatto, la compagnia in altri quattro casi in cui ha impugnato la sentenza. Dal canto suo, l’organizzazione Amici della Terra Olanda/Milieudefensie vuole ricorrere in appello per i danni causati in altre comunita’ come Goi e Oruma.
Questo caso crea un precedente per quelle compagnie che hanno sede in Europa o USA affinche’ vengano ritenute responsabili per le infrazioni commesse dalle loro filiali in qualsiasi parte del mondo.