Vertice sull'Amazzonia in Brasile: Gli indigeni manifestano contro la violenza

Indigeni che marciano in fila reggendo cartelli con slogan come: “La nostra terra è il nostro futuro” Marcia dei popoli indigeni per la foresta pluviale durante il vertice sull'Amazzonia a Belém (© ANA MENDES @anamendes_anamendes)

14 ago 2023

Mentre i governi di 8 nazioni amazzoniche si riunivano per un vertice nella città brasiliana di Belém, gli indigeni hanno protestato contro la violenza, l'accaparramento delle terre e una transizione energetica critica. Alcuni sono stati gravemente feriti da colpi di arma da fuoco. I resposnsabili sarebbero le forze di sicurezza dell'azienda di olio di palma Brasil Biofuels e la polizia militare.

L'8 e il 9 agosto 2023, il Presidente brasiliano Lula da Silva (Lula) ha ospitato un vertice delle nazioni amazzoniche nella città di Belém, capitale dello Stato del Pará nel cuore dell’Amazzonia. Dopo anni di stallo e tentennamenti durante i precedenti governi dei Presidenti Bolsonaro e Temer, Lula è riuscito a portare al tavolo i governi delle otto nazioni amazzoniche. È stato elaborato un piano in cento punti per salvare la più grande area di foresta pluviale del mondo dalla deforestazione e dall'imminente collasso. Durante la campagna elettorale, Lula aveva già promesso di ridurre a zero la deforestazione nella parte brasiliana dell'Amazzonia entro il 2030.

Tuttavia, i Paesi amazzonici non sono riusciti a trovare un accordo su misure concrete e il risultato è stato in gran parte una dichiarazione di intenti. Ciò è dovuto in parte al Brasile, paese ospitante, che vuole promuovere la produzione di petrolio, mentre il presidente colombiano Gustavo Petro si è opposto in modo particolarmente deciso.

 

Protesta contro l'accaparramento delle terre e la violenza

Ci sono state anche scene di resistenza e di protesta pacifiche davanti alla sala della conferenza a Belém. Migliaia di indigeni, ambientalisti e attivisti per i diritti umani erano giunti nella capitale dello Stato del Pará per tenere un dialogo parallelo della società civile amazzonica. Gli indigeni hanno marciato per le strade di Belém chiedendo che venisse ascoltata la loro voce e che venissero riconosciuti i loro diritti di accesso e proprietà della terra. Nel frattempo, i cercatori d'oro illegali (i.e., garimpeiros), le compagnie minerarie, i taglialegna, gli allevatori di bestiame e i grandi agricoltori industriali stanno distruggendo le foreste pluviali nelle loro terre ancestrali. I popoli indigeni hanno anche parlato delle continue violenze e minacce che subiscono.

Alla vigilia del vertice amazzonico, non lontano, all'interno dello Stato di Pará, due donne e un uomo del popolo Tembé sono stati gravemente feriti da colpi di arma da fuoco. Le forze di sicurezza dell'azienda produttrice di olio di palma Brasil Biofuels (BBF) e la polizia militare avrebbero sparato contro i giovani.

"Dobbiamo porre immediatamente fine alla violenza", ha dichiarato la leader indigena Alessandra Munduruku al notiziario nazionale Globo. "Abbiamo urgentemente bisogno della demarcazione dei nostri territori indigeni. Evitate di parlare di bioeconomia e sostenibilità finché subiamo questa violenza", ha affermato con veemenza di fronte ai governi riuniti.

L'azienda produttrice di olio di palma BBF ha affermato che il suo personale ha agito per autodifesa contro gli attacchi degli indigeni. Questi ultimi hanno riferito che stavano manifestando pacificamente su una strada nei pressi di Tomé-Açu, nel distretto di Alto Acará, e sono stati colpiti dagli spari. La zona è il centro dell'industria brasiliana dell'olio di palma.

Aziende come BBF e il gruppo Agropalma - nonostante siano in possesso di diversi marchi di sostenibilità - sono da anni coinvolte in gravi conflitti fondiari e violenze contro le comunità locali. Si dice che le aziende si siano appropriate illegalmente di decine di migliaia di ettari di terra e che abbiano inquinato i fiumi con pesticidi e rifiuti provenienti dai frantoi.

Due giorni prima, l'Associazione Indigena Tembé aveva scritto una lettera apertaal governatore dello Stato di Pará e al Presidente brasiliano, denunciando le ferite da arma da fuoco che un altro giovane Tembé aveva già subito il 4 agosto. Il personale di sicurezza del BBF e la polizia militare avrebbero condotto un'azione illegale contro il popolo Tembé nel villaggio di Bananal.

Nella lettera, sostenuta da una dozzina di organizzazioni brasiliane, gli indigeni non solo chiedono una protezione efficace e la fine della violenza: "Non possiamo parlare di sostenibilità e di economia verde senza prima prenderci cura del popolo della foresta pluviale", esorta l'Associazione indigena Tembé.

"Signor Governatore, signor Presidente, non ci può essere transizione energetica o giustizia climatica senza giustizia ecologica, agricola e territoriale. Crediamo che lei non voglia essere associato a una falsa transizione energetica macchiata dal sangue delle popolazioni locali", scrive l'associazione, alludendo alla produzione di biodiesel da olio di palma da parte della BBF.

Gli indigeni sottolineano che il mondo e il futuro dell'umanità dipendono anche dalle loro conoscenze: questi popoli praticavano uno stile di vita ecologicamente e spiritualmente equilibrato già molto prima che la regione amazzonica fosse colonizzata dagli europei. Ancora oggi, proteggono i loro territori molto più efficacemente di quanto lo Stato protegga le riserve naturali pubbliche.


  1. Globo

    Globo G1 Jornal Nacional 8 agosto 2023: Na véspera da Cúpula da Amazônia, duas mulheres e um homem do povo Tembé são baleados no Pará: https://g1.globo.com/jornal-nacional/noticia/2023/08/07/na-vespera-da-cupula-da-amazonia-duas-mulheres-e-um-homem-do-povo-tembe-sao-baleados-no-para.ghtml

  2. lettera aperta

    ASSOCIAÇÃO INDÍGENA TEMBÉ DO VALE DO ACARÁ (AITVA), 4. agosto 2023. CARTA ABERTA AO GOVERNADOR DO ESTADO DO PARÁ E AO PRESIDENTE DA REPÚBLICA DO BRASIL: https://btmais.com.br/wp-content/uploads/2023/08/CARTA-ABERTA-AOS-REPRESENTANTES-DO-EXECUTIVO-.-ATENTADO-POVO-TEMBE-3.pdf

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