Italia: compagnie minerarie australiane a caccia di materie prime in Lombardia e Piemonte
25 gen 2022
Due compagnie minerarie australiane hanno ottenuto permessi per studiare la presenza di materie prime metalliche in Lombardia, mentre in Piemonte hanno già effettuato esplorazioni alla ricerca di zinco, nichel e cobalto. Per le concessioni, Stato e regioni ricevono compensi dalle compagnie australiane, ma quale sarà il prezzo che pagheranno la natura e le persone quando si apriranno le miniere?
In Lombardia si è completato un primo studio di fattibilità. In Piemonte sono state autorizzate 11 esplorazioni dal 2018.
In Lombardia, la miniera di Gorno (BG), è stata l’ultima miniera con giacimenti metallici di zinco, argento e piombo ad essere chiusa nel 1980. Si trova nella Val del Riso, in prossimità della Val Seriana, in un ambiente montano di grande valore. Oggi però, grazie alla fame di materie prime e l’adesione al Patto Verde, la miniera potrebbe riattivarsi. Secondo quanto ha dischiarato la stessa Alta Zinc Ltd (Alta Zinc) – che opera in Italia attraverso Energia Minerals (Italia) - a fine novembre 2021, per il Progetto Gorno Zinc-Lead-Silver Project - è stato completato con successo lo studio preliminare affermando che il progetto – pensato per una durata di nove anni - è “un'opportunità potenziale di sviluppo commercialmente fattibile, con un notevole potenziale di crescita.” La promessa di Alta Zinc è di usare “moderne tecniche di estrazione”, un fraseggio che forse mira a convincere le comunità che saranno colpite che le persone e l’ambiente ed il clima non ne risentiranno. Ma sappiamo che non è così, soprattutto per le miniere su vasta scala, e i casi che lo provano abbondano a livello globale.
Riguardo agli studi di impatto ambientale e le informazioni fornite agli abitanti della zona per il momento non sono abbiamo ottenuto notizie. In ogni caso, l’azienda mineraria australiana sostiene di poter estrarre almeno 800.000 tonnellate all’anno di zinco. Lo zinco (gli ioni di zinco nello specifico) viene anch’esso usato per produrre batterie per la mobilità elettrica
In Piemonte, nel 2021 sono pervenute 4 richieste di permesso di esplorazione mineraria, in particolare per la ricerca di nickel, cobalto e argento. Nel 2020 altri 6 sono stati autorizzati, quando nel 2028 erano 2 e 3 nel 2019. Le richieste sono arrivate da due compagnie minerarie australiane, una è la stessa Atla Zinc che opera in Italia attraverso, la Energia Minerals (Italia) Srl con sede a Milano, e le altre due sono la Alligator Energy in joint venture con la KEC Exploration Pty ed hanno costituito la società Ivrea Age srl, con sede a Torino, per operare in Piemonte.
Nell’alto Piemonte, nella zona compresa tra Sella Bassa, Alpe Laghetto e il Monte Ventolaro (Ivrea), la joint venture Alligator Energy/ KEC Exploration Pty Ltd (Alligator-KEC), ha visto in questa zona un grande potenziale per l’estrazione di nichel e cobalto in particolare - elementi fondamentali per la produzione di batterie agli ioni di litio. Così, a metà del 2020, il suo interesse di esplorazione ha ricevuto i permessi dalla Regione Piemonte. Così, è stato avviato il progetto di perforazione (denominato Castello di Gavala) di alcuni giacimenti minerari di nichel e cobalto che interessa i comuni di Borgosesia, Quarona, Varallo e Vocca, ubicati in zone montuose ricche di biodiversità. Oggi, il progetto è una minaccia incombente che potrebbe distruggere un patrimonio insostituibile.
Nella zona di Punta Corna, sopra Usseglio, a 76 chilometri da Torino, dal 2021 la Alligator – KEC sta effettuando studi per individuare ed esplorare la presenza di cobalto, nichel e argento. Mentre, nella stessa zona, nelle valli di Lanzo, l’australiana Alta Zinc sta eseguendo esplorazioni con carotaggi che proverebbero che i depositi di cobalto della zona sarebbero di proporzioni paragonabili ad uno dei depositi più ricchi al mondo: Bou Azzer, in Marocco, con una produzione annuale di almeno 2.000 tonnellate all’anno.
Mentre la biodiversità ed il clima perderanno su tutti i fronti per gli impatti nefasti della miniera, qualora venga avviata, la regione Piemonte guadagna sia per la concessione del permesso che per la concessione per le perforazioni, poiché le compagnie australiane pagano un canone annuo anticipato in proporzione alla superficie occupata. Inoltre, dovranno corrispondere a Comune, Regione e Provincia una tariffa di 0,57 euro al metro cubo per ogni estrazione di materiale: terra, roccia e materiale metallico individuato.
La febbre del nickel e del cobalto di cui soffre la regione Piemonte potrebbe avere gravi conseguenze per l’ambiente montano e per il clima globale. Le miniere portano prosperità solo alle grandi compagnie e agli investitori, non alle comunità locali. La regione Piemonte dovrebbe riflettere su questo e non concedere altri permessi minerari.
chiusa nel 1980 https://www.isprambiente.gov.it/files2020/notizie/miniere.pdf
“moderne tecniche di estrazione”,“Come scrive Il Secolo XIX, Alta Zinc mira a riattivare questi siti "grazie a moderne tecniche" di estrazione”, https://parma.repubblica.it/cronaca/2021/03/18/news/berceto_colosso_australiano_gaurda_alle_miniere_del_corchia-292734645/
minaccia incombente che potrebbe distruggere un patrimonio insostituibilehttps://torino.corriere.it/economia/20_maggio_16/australiani-caccia-cobalto-piemonte-miniera-l-auto-elettrica-493bd6c8-9799-11ea-ba09-20ae073bed63.shtml