+180 organizzazioni rifiutano il Green Deal della UE a causa della sua forte componente estrattivista
2 giu 2021
Una coalizione globale di oltre 180 piattaforme comunitarie, organizzazioni per i diritti umani e per l'ambiente e accademici di 36 paesi chiedono all'Unione Europea di abbandonare i suoi piani per la consistente espansione dell'attività mineraria nell'ambito dei piani Green Deal e Green Recovery della UE.
In una dichiarazione rilasciata durante la Settimana Verde della UE, la coalizione spiega perché, se non subiranno variazioni, le politiche e i piani della UE aumenteranno considerevolmente l'estrazione distruttiva in Europa e nel Sud del mondo. Questa è una pessima notizia per il clima, gli ecosistemi e i diritti umani in tutto il mondo.
"La UE sta conducendo un drammatico saccheggio di materie prime. Invece di aprire la strada per un'economia più verde, i piani della Commissione europea porteranno a più estrazioni oltre i limiti ecologici, maggiore sfruttamento delle comunità e delle loro terre, e nuovi accordi commerciali dai risvolti tossici. L'Europa sta consumando come se potessimo disporre di tre pianeti", dice Meadhbh Bolger, campaigner di Resource Justice di Friends of the Earth Europe.
Coordinato dal gruppo di lavoro europeo della rete Sì alla vita, No all'estrazione mineraria, le organizzazioni che firmano la dichiarazione sono unite nel sostenere una transizione urgente e rapida alle energie rinnovabili.
Tuttavia, il gruppo di lavoro sostiene che, fare affidamento sull'espansione dell'attività mineraria per soddisfare le esigenze materiali di questa transizione riprodurrà le condizioni di ingiustizia, la distruzione ambientale e le emergenze che hanno causato il collasso climatico:
"I piani di crescita della UE e il Green Deal devono considerare un profondo rispetto per i diritti delle comunità colpite nel Sud del mondo, che si oppongono alla distruzione delle loro terre, difendono l'acqua e persino le loro vite. Le comunità colpite in tutto il mondo si sono espresse con una potente voce collettiva, denunciando centinaia di nuovi progetti minerari per sostenere il consumo europeo. Questo loro messaggio urgente: “Sì alla vita, No alle miniere", deve essere ascoltato dai paesi occidentali, dice Guadalupe Rodriguez, referente per le questioni minerarie di Salva la Selva/Salviamo la Foresta e persona di contatto in America Latina per la rete di solidarietà globale di Sí a la Vida, No a la M/Yes to Life No to Mining YLNM.
"La ricerca mostra che una transizione verde fortemente dipendente dall'estrazione mineraria presenta nuove grandi minacce per la biodiversità che è fondamentale per regolare il clima che condividiamo. È assolutamente evidente che non possiamo uscire dalla crisi climatica avvalendoci delle miniere. Inoltre, non esiste la "miniera verde". Abbiamo bisogno di un Green Deal della UE che affronti le cause del cambiamento climatico alla radice, includendo il ruolo che le miniere e l'estrattivismo hanno per la perdita di biodiversità", aggiunge Yvonne Orengo dell'Andrew Lees Trust, che sostiene le comunità colpite dalle miniere in Madagascar.
La dichiarazione stabilisce una serie di passi che la UE può fare per cambiare senso di marcia ed andare verso la giustizia climatica ed ambientale, compreso il riconoscimento legale del diritto delle comunità di dire NO a progetti estrattivi che non gradiscono ed il rispetto del diritto dei popoli indigeni al consenso libero, previo ed informato (FPIC).
"Le comunità che lottano in prima linea contro l'estrattivismo stanno facendo in modo che i minerali rimangano nel sottosuolo. Questo è fondamentale per aiutarci a prendere sul serio la circolarità e ripensare l'ideologia della crescita senza limiti. Le comunità hanno il diritto di dire no e faranno rispettare questo diritto nonostante le operazioni di cosmesi verde, la corruzione e la repressione", dice Joam Evans, della comunità Froxan in Galizia.
Altre raccomandazioni sottolineano il consumo eccessivo di minerali e di energia della UE, e la richiesta di stabilire obiettivi vincolanti per ridurre il consumo di materiali della UE in termini assoluti e che si mettano al centro dell'azione climatica e ambientale della UE strategie di decrescita equa, e non di "crescita verde" o di "disaccoppiamento".
"In poche parole, dobbiamo ridurre drasticamente la quantità di risorse usate e consumate nella UE e passare a soluzioni veramente circolari. Una legislazione come il regolamento UE sulle batterie è un passo nella giusta direzione, ma deve andare oltre. La decarbonizzazione dei trasporti, la decarbonizzazione di tutti i tipi, infatti, può essere raggiunta solo con una forte riduzione della domanda. Dobbiamo riadattare le nostre priorità per raggiungere gli obiettivi climatici", dice Diego Marin dell'European Environmental Bureau EEB.
La dichiarazione collettiva è disponibile in 8 lingue: inglese, spagnolo, francese, tedesco, svedese, greco e italiano.