La pandemia e la narrativa ambigua dell’estrattivismo minerario come settore strategico
5 mar 2021
Il governo dell’Ecuador e le compagnie minerarie usano la definizione "settore strategico" per ottenere l’accesso ai territori e alle comunità locali aggirando così le resistenze del passato, ma anche per fissare nell'immaginario della popolazione traumatizzata dalla pandemia che l'attività mineraria è l'unica via d'uscita dalla crisi economica che il paese sta vivendo.
Questo dimostra che la definizione "settore strategico" attribuito all'industria mineraria è servita come operazione cosmetica per mascherare gli effetti della pandemia che ha colpito gravemente le comunità indigene, la loro salute precaria, la loro impossibilità di autosufficienza, e la mancanza di attenzione medica nei loro confronti.
L'epidemia del virus Covid-19 ha preso di sorpresa il paese, colpendo inizialmente in maniera prepotente Guayas e Los Rios e poi si è espansa alle altre province, raggiungendo il 100% dei cantoni, provocando, ad oggi, più di diecimila morti, secondo i dati ufficiali (tra effettivi e probabili,[1] senza contare altre ventidue persone che esulano fuori dal regolare andamento dei decessi) [2]. La pandemia ha rivelato un sistema sanitario precario, soprattutto a causa dei ripetuti tagli di bilancio - che si ripercuotono solo sulle zone rurali-, ricorrendo anche a "negoziazioni" nella fornitura di attrezzature e servizi medici, a cui va aggiunta una gestione governativa disorganizzata e politicizzata, priva di un servizio di informazione adeguato, e oltre a questo, e volta a raggiungere fini elettorali. In questo contesto, le compagnie minerarie hanno ottenuto un trattamento privilegiato.
Le compagnie hanno sottovalutato i primi avvertimenti sui pericoli del Covid-19.
Senza curarsi degli avvertimenti sulla pericolosità della pandemia di Covid-19 e delle ripercussioni che avrebbe avuto sulla salute e sulla vita delle persone, le compagnie minerarie hanno continuato a sviluppare le loro attività speculative. Una di queste è la Solaris Resources/Lowell Mineral Exploration (il cui principale azionista è la compagnia mineraria canadese Equinox Gold), attiva nella provincia di Morona Santiago, in prossimità delle comunità indigene Shuar Warints e Yawi del popolo Shuar Arutam (PSHA).
All'inizio di marzo 2020, sette membri delle comunità Shuar sono stati invitati dalla Solaris Resources alla conferenza annuale della compagnia mineraria Prospectors and Developers Association of Canada (PDAC). Alcuni giorni prima dell'evento, era stato reso noto che la riunione avrebbe potuto diffondere il contagio del virus Covid-19. Ciò nonostante, la conferenza è stata organizzata e dopo la sua conclusione, si è saputo che diversi partecipanti erano stati contagiati, tra i quali il viceministro delle miniere del Burkina Faso.
In Ecuador, il presidente del popolo Shuar Arutam ha annunciato il 2 aprile che la madre di uno dei partecipanti alla conferenza mineraria era deceduta presentando sintomi simili a quelli causati dal virus del Covid-19. In seguito, si è verificata un'altra morte, questa volta si trattava del padre di un altro partecipante alla stessa conferenza, mentre il padre di un altro partecipante al medesimo evento è deceduto di Covid-19.
Più tardi, si è verificato un altro decesso, questa volta si trattava del padre di un altro partecipante alla stessa conferenza, mentre altri otto membri delle comunità Warints e Yawi hanno mostrato sintomi ascrivibili al virus. Nel mentre, il 13 aprile, la leadership del popolo Shuar Arutam ha chiesto al Presidente della Repubblica e al Ministero della Salute di prendere misure immediate per prevenire la diffusione del Covid-19 [3]. Attraverso un comunicato stampa emesso dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali non Rinnovabili del 28 marzo 2020 [4] lo stesso dichiara che non ci sono stati casi di infezione da Covid-19 nel settore minerario.
Settore strategico, emergenza sanitaria o emergenza mineraria?
Per la bramosia di consolidare l'estrazione mineraria, un'attività totalmente in contrasto con l’immensa biodiversità del paese, l'esecutivo ha esentato quelli che ha definito "settori strategici" dalle restrizioni di mobilità incluse nella dichiarazione di stato di emergenza per la diffusione del Covid-19. Grazie all’espediente di questa definizione, le operazioni minerarie sono state autorizzate. La giustificazione ufficiale è che queste ultime "aiutano a combattere la diffusione del Covid-19". Questo è espresso nella Dichiarazione di Stato di Emergenza per Calamità Pubblica [5], che stabilisce a proposito dell'orario di lavoro quanto segue:
Durante l’interruzione delle giornate di lavoro presenziale, si deve garantire la prestazione dei servizi pubblici di base, come la sanità, la sicurezza, i servizi antincendio, e la prevenzione dei rischi, servizi aeroportuali, terminali aerei, terrestri, marittimi, fluviali e bancari, servizi per la fornitura di cibo, per i settori strategici (enfasi non presente nel testo) e altri servizi necessari, specialmente quelli che aiutano a combattere la diffusione del Covid-19. Pertanto, per garantire la fornitura di questi servizi si manterrà il consueto orario di lavoro [6].
Per quanto riguarda il coprifuoco, la Dichiarazione di Stato di Emergenza ha esentato dal divieto di movimento, oltre ad altre persone ed attività, i settori strategici [7]. Dal canto suo, il Comitato nazionale per le operazioni e le emergenze (COE), in una delle sue risoluzioni del 16 marzo 2020, ha stabilito che le misure di interruzione del lavoro e di restrizione di movimento non si applicheranno a coloro che appartengono ai "settori strategici" [8].
Inoltre, la risoluzione del Ministero dell'Energia, Risorse Naturali Non Rinnovabili (MERNNR)-2020-0004-RM del 17 marzo 2020, citata nel protocollo per le attività minerarie svolte durante la pandemia, all'articolo 4 prevede che,
[...] il divieto e la sospensione di qualsiasi tipo di attività legata ai settori strategici, espletata da lavoratori sia in qualità di operatori, di lavoratori esterni e altre tipologie di natura simile, in ragione di cause di forza maggiore o in caso fortuito motivato dal decreto esecutivo 1017 [9].
La libera circolazione consentita alle compagnie minerarie in virtù delle risoluzioni già citate, ha beneficiato anche della protezione militare e di polizia, come dimostra il protocollo dei corridoi logistici e strategici, emesso dal Ministero dei Trasporti e dei Lavori Pubblici, il 31 marzo 2020 [10]. Nel protocollo si afferma:
Qualora si presenti un rischio per il conducente o il carico, al fine di garantire la sicurezza del trasferimento delle merci e dei prodotti [da] settori strategici (enfasi non presente nel testo) e settori prioritari, il Ministero dei Trasporti e dei Lavori Pubblici in coordinamento con il Comando Congiunto delle Forze Armate dell'Ecuador, la Polizia Nazionale e l'Agenzia Nazionale di Transito, specificherà [i dettagli] della partenza dei convogli per ogni corridoio logistico, che si effettueranno tre volte a settimana o a seconda delle necessità… Quanto stabilito, si applica nella pianificazione di un tragitto lungo i corridoi con la protezione della Polizia Nazionale o delle Forze Armate (secondo la loro giurisdizione). Potranno circolare, organizzati in convogli, solo i veicoli che trasportano beni di prima necessità, beni provenienti da settori strategici (enfasi non presente nel testo), catene di produzione alimentare, di bevande non alcoliche e bevande alcoliche; catene di produzione di medicinali e forniture mediche; catene di produzione di forniture per la pulizia e l'igiene; catene di esportazione e importazione, così come potranno circolare i veicoli che trasportano rifornimenti e materie prime per le catene di produzione poc’anzi elencate [...].
“Settore strategico” per favorire le compagnie minerarie?
Oltre a permettere alle imprese minerarie di continuare le loro attività grazie alle eccezioni e le agevolazioni già esposte, il Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali non Rinnovabili, adducendo il pretesto della calamità pubblica causata dal Covid-19, ha deciso di rinviare il pagamento delle licenze che, secondo la legge mineraria, i concessionari minerari devono pagare entro marzo di ogni anno [11]. Nell'accordo ministeriale si legge:
Prorogare una sola volta il termine per l'adempimento degli obblighi relativi al pagamento delle licenze stabilito nell'articolo 34 della Legge sulle Miniere, per il pagamento degli stessi è fissato un termine di sessanta (60) giorni contati dalla fine dello stato di eccezione previsto nel Decreto Esecutivo n. 1017 del 16 marzo 2020 [12].
“Settore strategico” per inserirsi nelle comunità
Servendosi della pandemia e della certificazione del "settore strategico", i funzionari pubblici e gli imprenditori minerari hanno tentato di legittimare la loro presenza all’interno delle comunità e dei governi locali, presentandosi come soggetti generosi e con risorse economiche che - in collaborazione con il governo nazionale o agendo in sua vece – possono usare per rispondere, a loro dire, a eventi di natura critica, come si evince da questo comunicato stampa del Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali non Rinnovabili:
Il settore minerario ecuadoriano, attraverso le imprese che hanno ottenuto concessioni nel paese, ha intrapreso azioni per sostenere i governi autonomi decentralizzati, gli EOC provinciali e cantonali, e le aree in cui sono presenti le compagnie minerarie e progetti esplorativi, durante l'emergenza sanitaria che il paese sta affrontando a causa della diffusione del Covid-19 [13][. ...] Le azioni di solidarietà delle compagnie che detengono le concessioni minerarie, siano esse piccole o grandi, si moltiplicano quotidianamente in tutto il paese per sostenere gli ecuadoriani più bisognosi e anche per contribuire e rafforzare il sistema sanitario del nostro paese [14].
Un settore strategico e generoso che contrasta con l'aumento dei contagi di Covid-19 nelle comunità.
In seguito a questo “viavai” di rappresentanti del governo e delle compagnie minerarie verso le comunità, dellle entità che si sono occupate delle denunce e dei reportage giornalistici si è rilevato un notevole aumento della diffusione della pandemia, soprattutto nelle comunità indigene.
[...] sono state le stesse autorità e i funzionari che hanno portato il contagio del virus nella foresta: i leader politici e i consigli di zona, che hanno distribuito cibo nelle case sfruttando qualsiasi pretesto per favorire la loro carriera politica senza assumersi la responsabilità delle misure di bio – sicurezza. La diffusione del virus è stata veicolata anche dal movimento in entrata ed uscita dei medici e dei militari della zona costiera, degli agricoltori su larga scala che non volevano perdere i loro raccolti e le compagnie estrattive che hanno continuato le loro attività nonostante l'opposizione dei proprietari dei territori indigeni [15].
Come già detto, nonostante il fatto che la compagnia mineraria Lowell Mineral abbia avuto un ruolo nel viaggio intrapreso dagli integranti del popolo Shuar in Canada durante l'inizio della pandemia, e nonostante gli avvertimenti da fonti internazionali ancora una volta, durante la prima settimana di giugno 2020, la compagnia sarebbe entrata nella Cordillera del Cóndor, accompagnata dal governatore di Morona Santiago e da membri dell'esercito, come riportato da questo media:
[sarebbero andati a] distribuire derrate alimentari e medicinali che nulla hanno a che vedere con il contesto e gli usi e costumi locali approfittando dell'emergenza sanitaria come cavallo di troia per far entrare l'estrazione mineraria su larga scala, incuranti dell'opposizione delle organizzazioni e senza il permesso delle autorità indigene di entrare. Le organizzazioni Conaie e Confenaie denunciano e fanno tutto il possibile, ma ora non serve più. Il pericolo più grande: perdere gli anziani, quelle persone anziane che le comunità indigene speravano tanto di salvare, considerandole come le loro biblioteche culturali viventi [16].
Nella provincia di Zamora, il 19 marzo 2020, secondo le dichiarazioni del sindaco di Pangui, a partire dal 20 marzo si è dovuto istituire un assedio epidemiologico nel campo minerario del progetto Mirador a causa del flusso di spostamento dei lavoratori [17].
Settore strategico per opprimere i governi locali?
Tre funzionari del cantone di Zamora, nella provincia amazzonica di Zamora Chinchipe, sono stati arrestati perchè avrebbero bloccato il passaggio di veicoli che trasportavano materiale minerario della compagnia Lundin Mining. Tra le risoluzioni del COE nazionale, emesse il 16 maggio 2020, nel punto 4 si afferma:
Far pervenire un messaggio di richiamo all’ordine al sindaco del cantone di Zamora, per aver impedito il trasporto di materiali del progetto Fruta del Norte, il cui funzionamento è autorizzato ai sensi dell'operazione garantita ai settori strategici secondo il Decreto Esecutivo che regola lo Stato di Eccezione. Secondo il decreto presidenziale n. 1052: "Qualsiasi attività o decisione che impedisca la circolazione nei corridoi stabiliti sarà trattata come una violazione di una decisione legittima proveniente da un'autorità competente". Pertanto, si porterà all'attenzione delle autorità giudiziarie competenti la possibile commissione di un reato per inosservanza di un ordine legittimo di un'autorità competente [18].
Inoltre, il governo locale di Cuellaje, nel cantone di Cotacachi, Imbabura, in risposta all'installazione di apparecchiature per la lavorazione mineraria durante la pandemia, ha chiesto alla presidenza di impedire l'ingresso di funzionari e lavoratori legati al settore, perché la zona è ricca di fonti d'acqua, e per questo il governo locale la protegge. La risposta ufficiale del MERNNNR [19] fa riferimento alle competenze dei governi locali, e riafferma il ruolo trainante del settore minerario (in modo esclusivo e riservato). Inoltre, cerca di scoraggiare il consiglio di zona dal dichiarare il territorio della sua giurisdizione libero da miniere e lo minaccia di intraprendere azioni penali, come mostra questo passaggio:
[... è rilevante notare che la promulgazione di un atto normativo o amministrativo da parte dei Governi Autonomi Decentrati, che mira a vietare l'attività mineraria in qualsiasi regime, potrebbe dare luogo ad azioni legali presso le Corti di Giustizia, sia in ambito costituzionale che in materia di contenzioso-amministrativo, Lo scopo è quello di chiedere la dichiarazione di incostituzionalità e/o illegalità di tale atto per essere totalmente contrario all'ordinamento giuridico ecuadoriano e perché rientra nelle disposizioni degli articoli 282 e 284 del Codice Penale Organico Comprensivo (COIP), dato che, come si è detto, si tratta di una competenza esclusiva e riservata del Governo Centrale, esercitata attraverso questo Ministero dello Stato.
Si evince così, che la priorità in questo tempo di pandemia, attraverso decisioni del COE nazionale, non è stata la salute delle popolazioni indigene delle comunità, ma la promozione dell'attività mineraria che, grazie all'emanazione di risoluzioni e accordi ministeriali, non si è affatto fermata. Anzi, al contrario, ha continuato ad operare ottenendo il massimo sostegno statale, e persino reprimendo i governi locali, che hanno cercato di adottare misure protettive per prevenire la diffusione del Covid-19.
Il governo nazionale e le compagnie minerarie usano la definizione "settore strategico" come certificazione per penetrare in territori indigeni e raggiungere le comunità aggirando così la resistenza che avrebbero incontrato in passato, ma anche per fissare nell'immaginario delle popolazioni indigene intimorite dalla pandemia, che l'estrazione mineraria è l'unica via d'uscita per la crisi economica che il paese sta vivendo. Questo dimostra che la definizione "settore strategico" coniato all'industria mineraria è un espediente che è stato usato per manipolare la situazione in quest’epoca segnata dalla pandemia che ha colpito gravemente le comunità, la loro salute precaria, la loro incapacità di indipendenza e la loro mancanza di attenzione medica. Il pretesto, è stato persino usato per intimidire e mettere a tacere i governi locali che hanno esercitato il loro doveroso compito di difendere i territori e le popolazioni di cui sono responsabili. Per questo, l'estrazione mineraria è un “settore strategico” che non cerca lo sviluppo dei diritti e dell'interesse sociale (come è lo scopo dei settori strategici secondo l'articolo 313 della Costituzione ecuadoriana). Inoltre, vale la pena ricordare che questa qualifica di "settore strategico" concessa all'industria mineraria è frutto di una decisione arbitraria dei rappresentanti del settore minerario che pregiudica altri settori strategici di influenza sociale e ambientale decisivi per il paese, come la biodiversità e l'acqua. L’acqua, per altro, è considerata patrimonio nazionale strategico di uso pubblico, vitale per la natura e l'esistenza umana (come sancito negli articoli 318 e 12 della Costituzione).
Fonte: Biodiversità, mezzi di sussistenza e culture #106.
(Pubblicato con il permesso dell'autrice)
Traduzione dallo spagnolo a cura di Elisa Norio, Salviamo la Foresta