E ‘ora di dire basta ai biocarburanti con olio di palma e soia!
Le importazioni di olio di palma e soia per la produzione di biocarburanti stanno mandando in fumo le foreste tropicali. L’Unione Europea vuole eliminare l'olio di palma entro il 2030, ma la distruzione delle foreste va fermata subito! Gli oli di palma e soia non devono più finire nel Diesel e nei serbatoi di carburante!
News e aggiornamenti LetteraCA: Ai governi degli stati membri dell'UE
“Gli stati membri dell'UE devono agire SUBITO: No alla miscelazione dell’olio di palma e soia con il gasolio!”
I veicoli con motori convenzionali hanno già compromesso l’ambiente e la salute delle persone. A causa delle politiche europee sul clima le percentuali di olio di palma e soia miscelate al gasolio sono in aumento. Nel 2018, i paesi dell'UE hanno importato 4 milioni di tonnellate di olio di palma grezzo e 3,5 milioni di tonnellate di diesel raffinato con oli di palma e soia provenienti da Sud-est asiatico e America Latina. Queste importazioni hanno un valore stimato di 4,2 miliardi di euro. La maggior parte dell'olio vegetale, importato in Europa dai paesi tropicali, è utilizzato per la preparazione di combustibili. Così molte specie in via di estinzione continuano a perdere il loro habitat e le popolazioni indigene e rurali sono private delle proprie fonti di sussistenza. La deforestazione causata dalle piantagioni di palma e soia rilascia nell’atmosfera enormi quantità di carbonio. Secondo studi accreditati, i biocarburanti prodotti dagli oli di palma e soia producono più emissioni, ed hanno un'impronta di carbonio rispettivamente tre e due volte superiore rispetto a quella del diesel fossile. Questi problemi sono ben noti, ma l'UE esita a prendere una posizione netta e coerente. Nel 2019, l'UE ha etichettato l'olio di palma come insostenibile e ha deciso di eliminarlo gradualmente tra il 2023 e il 2030. Invece, l'olio di soia non è stato incluso in questo provvedimento, nonostante la devastazione ecologica di cui è responsabile, soprattutto in Amazzonia.
Ma c'è ancora speranza:
I singoli Stati dell'UE, già a partire dal 2021, hanno la facoltà di eliminare totalmente i biocarburanti ricavati da colture per la produzione alimentare (es. palme da olio e soia). Chiediamo all’Europa di porre fine all'utilizzo dei biocarburanti. Gli oli di palma e soia non devono più essere miscelati con il gasolio!
InformazioniL'UE, con la sua Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED), ha promosso l'uso di biocarburanti a partire dal 2009. RED ha stabilito che nel 2020 la quota di energia da fonti rinnovabili dovrà rappresentare almeno il 10% del consumo totale di energia da parte degli Stati Membri, e dovrà essere applicata a tutti i tipi di trasporto. Sfortunatamente, l'aggiunta di biodiesel al combustibile fossile continua a rappresentare una delle soluzioni più economiche per le compagnie petrolifere. Attualmente, la percentuale di oli vegetali da miscelare al diesel è del 7%. In Germania, ad esempio, l’olio di palma contenuto nel biodiesel è in una percentuale di circa un quarto. Due terzi dell'olio di palma importato nell'UE è impiegato nel settore energetico, mentre ammonta a circa un terzo delle importazioni totali quello utilizzato dai comparti dell'industria alimentare e chimica. Questi, però, stanno progressivamente riducendo l’uso dell’olio di palma (- 11% rispetto al 2017 ). Importazioni e consumo di olio di palma nell'Unione Europea, nel 2018:53% (4 milioni di tonnellate) per biodiesel
12% (1 milione di tonnellate) per la produzione di energia e riscaldamento
35% (2,6 milioni di tonnellate) per alimenti, mangimi e prodotti chimici
Importazione totale: 7,6 milioni di tonnellate
Inoltre, un biodiesel sempre più raffinato contenente oli di palma e soia, continua ad essere importato nell'Unione Europea, dal Sud-Est Asiatico e dall’America Latina, per un totale di 3,5 milioni di tonnellate, nel solo 2018. Nello specifico, le importazioni di diesel con olio di palma hanno rappresentato 1,2 milioni di tonnellate, e quelle di olio di soia, circa 2,3 milioni di tonnellate. Le importazioni di olio grezzo di palma e soia a fini energetici, unitamente a quelle di biodiesel raffinato, sono state stimate per un valore pari a 4,2 miliardi di euro nel 2018, una somma esorbitante che sta accelerando ulteriormente la deforestazione nel Sud-est asiatico e in America Latina.
Fonti: Transport & Environment and Oilworld
La riduzione o graduale eliminazione dei biocarburanti provenienti da colture alimentari come palme da olio e soia, da parte dei governi degli Stati Membri è disciplinata dall'art. 26 della nuova direttiva UE sulle Energie Rinnovabili].
*Articolo 26*
Norme specifiche per i biocarburanti, i bioliquidi e i combustibili da biomassa ottenuti da colture alimentari e foraggere
1. Per il calcolo del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili da parte di uno Stato membro di cui all'articolo 7 e della quota minima di cui all'articolo 25, paragrafo 1, primo comma, la quota di biocarburanti e bioliquidi, nonché di carburanti da biomassa consumati nei trasporti, se prodotti a partire da colture alimentari o foraggere, non supera più di un punto percentuale la quota di tali carburanti nel consumo finale lordo di energia nel 2020 nello Stato membro in questione, con un consumo finale lordo di energia massimo del 7 % nei settori del trasporto stradale e ferroviario in tale Stato membro.
Qualora sia inferiore all'1 % in uno Stato membro, tale quota può essere aumentata a un massimo pari al 2 % del consumo finale di energia nei settori del trasporto stradale e ferroviario.
Gli Stati membri possono fissare un limite inferiore e possono distinguere, ai fini dell'articolo 29, paragrafo 1, tra diversi tipi di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa ottenuti da colture alimentari e foraggere, tenendo conto delle migliori evidenze disponibili riguardo all'impatto del cambiamento indiretto di destinazione d'uso dei terreni. Gli Stati membri possono ad esempio fissare un limite inferiore per la quota di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa ottenuti da colture oleaginose.
Laddove la quota di biocarburanti e bioliquidi, oltre che di combustibili da biomassa consumati nei trasporti, ottenuti da colture alimentari e foraggere in uno Stato membro sia limitata a una quota inferiore al 7 % o qualora uno Stato membro decida di limitare ulteriormente la quota, tale Stato membro può ridurre di conseguenza la quota minima di cui all'articolo 25, paragrafo 1, primo comma, entro un massimo di 7 punti percentuali.
2. Per il calcolo del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili da parte di uno Stato membro di cui all'articolo 7 e della quota minima di cui all'articolo 25, paragrafo 1, primo comma, la quota di biocarburanti, bioliquidi o combustibili da biomassa a elevato rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni prodotti a partire da colture alimentari e foraggere, per i quali si osserva una considerevole espansione della zona di produzione verso terreni che presentano elevate scorte di carbonio, non deve superare il livello di consumo di tali carburanti registrato nel 2019 in tale Stato membro, a meno che siano certificati quali biocarburanti, bioliquidi o combustibili da biomassa a basso rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni ai sensi del presente paragrafo.
Dal 31 dicembre 2023 fino a non oltre il 31 dicembre 2030, tale limite diminuisce gradualmente fino a raggiungere lo 0 %.
Entro il 1o febbraio 2019 la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sullo stato di espansione della produzione delle pertinenti colture alimentari e foraggere in tutto il mondo.
Entro il 1o febbraio 2019 la Commissione adotta un atto delegato ai sensi dell'articolo 35 al fine di integrare la presente direttiva definendo i criteri per la certificazione di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa a basso rischio di cambiamento indiretto di destinazione d'uso dei terreni e per la determinazione delle materie prime a elevato rischio di cambiamento indiretto di destinazione d'uso dei terreni per le quali si osserva una considerevole espansione della zona di produzione in terreni che presentano elevate scorte di carbonio. La relazione e l'atto delegato che la accompagna si basano sui migliori dati scientifici disponibili.
Entro il 1o settembre 2023 la Commissione rivede i criteri stabiliti nell'atto delegato di cui al quarto comma sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili e adotta, ai sensi dell'articolo 35, atti delegati per modificare detti criteri, se del caso, e includere una traiettoria per ridurre gradualmente il contributo all'obiettivo dell'Unione di cui all'articolo 3, paragrafo 1, e alla quota minima di cui all'articolo 25, paragrafo 1, primo comma, da parte dei biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa a elevato rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni prodotti da materie prime per le quali si osserva una considerevole espansione della zona di produzione in terreni che presentano elevate scorte di carbonio.
CA: Ai governi degli stati membri dell'UE
Gentili Decisori Politici,
Una quota crescente delle importazioni europee di olio di palma e soia è utilizzata per scopi energetici, in particolare per la produzione di biodiesel.
Le coltivazioni di palme da olio e soia rappresentano uno delle cause principali della distruzione delle foreste pluviali e della perdita esponenziale di biodiversità. Il biodiesel non è per niente un combustibile "verde"! Infatti, secondo uno studio commissionato dall'UE, la sua impronta di carbonio è fino a tre volte superiore rispetto a quella del diesel fossile.
Vi chiediamo a voce alta di procedere ad una rapida e progressiva eliminazione, su scala nazionale, degli oli di palma e soia utilizzati per la produzione di biocarburanti.
Gli oli di palma e soia non devono più finire nel Diesel e dentro i serbatoi di carburante!
Distinti saluti