Fermiamo l'autostrada che taglia in due la foresta della Bolivia
Il governo boliviano ha recuperato il progetto stradale che taglierebbe in due il Territorio Indigeno e il Parco Nazionale TIPNIS. Questo territorio forestale è un patrimonio per la Bolivia e per il mondo. Firma la petizione al presidente boliviano in difesa del TIPNIS e delle comunità indigene ancestrali.
LetteraCA: Presidente della Bolivia Evo Morales; cc ILO
“Governo della Bolivia: ricordate il vostro impegno per le popolazioni indigene, rispettare il TIPNIS come area protetta e patrimonio delle comunità”
Ogni anno, in Bolivia, scompaiono importanti aree forestali. Con l'avanzamento della palma da olio, le piantagioni industriali di soia e mais e gli allevamenti di bovini, la deforestazione continua ad un ritmo allarmante.
Con oltre un milione di ettari, il Territorio Indigeno e Parco Nazionale TIPNIS ospita una considerevole biodiversità svolgendo un ruolo ambientale, idrico e forestale, fondamentale a livello locale e in tutto il bacino amazzonico. È abitato da popoli indigeni tschimanes, mojeños trinitarios e yuracarés.
Il progetto di costruzione stradale per il TIPNIS era stato rigettato nel 2014 a causa delle tante critiche ricevute all’interno e fuori dal paese. Il TIPNIS da allora può contare su una legge specifica che lo ha dichiarato zona immateriale (legge 180). Il governo ha abrogato la legge in agosto, sollevando molte proteste.
Al suo posto, ora promulga una nuova Legge 969 che elimina l'intangibilità e permette la costruzione di una strada nella zona.
Determinati a difendere il TIPNIS
"La difesa del TIPNIS è il problema di tutti. Non solo di coloro che vivono nel TIPNIS. È un problema nazionale e internazionale "dice Ademar Mole, Presidente della Centrale dei Popoli Etnici Mojeños del Beni (CEPEM B), e aggiunge:" ricorreremo a tutte le istanze legali per difendere il parco Isiboro Secure".
Organizzazioni indigene del TIPNIS, boliviane e amazzoniche, chiedono con fermezza di "difendere l'integrità dei territori indigeni, le aree protette, le foreste e le acque minacciate" dal 2012.
Unitevi a questa petizione per chiedere al presidente Evo Morales di rispettare il TIPNIS e all'Organizzazione Internazionale del Lavoro ILO di analizzare il processo di consultazione per garantire l'attuazione della Convenzione 169 sulla consultazione preventiva delle popolazioni tribali.
Informazioni
La concessione, la privatizzazione e lo sfruttamento delle terre causano la distruzione del TIPNIS.
Il TIPNIS è uno dei 22 parchi nazionali della Bolivia, ma le sue foreste sono sempre più minacciate.
Ci sono compagnie petrolifere che già dispongono di concessioni nel TIPNIS. Taglialegna che iniziano ad abbattere gli alberi. Coltivatori di coca che già si distribuiscono la terra. E le esportazioni di soia puntano ad aprirsi la strada verso il Pacifico cileno dal Brasile.
L'autostrada progettata, per un totale di 306 km, non è fatta proprio per portare sviluppo alle comunità, in quanto passa lontano da queste ultime. Ci sono sezioni della strada - quelle che non passano attraverso il parco - che sono già state costruite. Il tratto riguarda il parco copre un'area di 60 km. Rappresenta piuttosto una condanna all’estinzione per i popoli indigeni, secondo le loro parole.
Il dibattito sul modello di sviluppo
I popoli indigeni interessati sostengono di non essere contrari allo sviluppo, ma il dibattito su quale tipo di sviluppo necessitano il TIPNIS e i suoi abitanti è ancora attivo e la resistenza a questa strada è reale e continua. Le organizzazioni indigene che rappresentano le comunità interessate chiedono che la strada per collegare i dipartimenti di Beni e Cochabamba non attraversi il cuore del TIPNIS.
La questione di fondo non è solo indigena, ma riguarda anche l'approvvigionamento idrico della Bolivia, che è in pericolo, soprattutto per la città di Cochabamba, in quanto l'espansione della frontiera agricola si sta divorando l'Amazzonia.
Un po'di storia: l'intangibilità del TIPNIS era una misura di protezione.
Il territorio è il Parco Nazionale dal 1965 e Territorio Indigeno dal 1990. Nel 2009 è stato consegnato il titolo di Territorio Comunitario d'Origine TCO, dopo un lungo processo di rivendicazione. Il suo status di protezione giuridica è pertanto multiplo. Poco dopo rispertto all’avvenuta legalizzazione del territorio ancestrale, nel 2011 il governo ha rivelato il progetto di costruire la strada attraverso il TIPNIS per unire Villa Tunari con San Ignacio de Moxos, nei dipartimenti di Cochabamba e Beni. Le comunità indigene rigettano con determinazione il progetto sin dall’inizio al fine di "mantenere intatto il nostro territorio".
A tal fine sono state svolte numerose marce indigene tra il 1990 e il 2012 e finora il TIPNIS è stato difeso.
A partire dalla stessa Costituzione (in particolare l'articolo 385), esistono numerose leggi e convenzioni che proteggono il territorio. A livello nazionale, oltre alla Legge 180 recentemente abrogata, esiste la legge sulla riforma agraria, la legge ambientale e il regolamento delle aree protette. A livello internazionale la Convenzione ILO 169 ratificata dalla Bolivia nel 1991, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni e la Convenzione sulla biodiversità.
Ma, la cruda realtà è che di solito le strade che attraverso la foresta significano inevitabilmente la distruzione dell'ecosistema, perché facilitano l'arrivo dei coloni, trafficanti di droga e le compagnie petrolifere, la deforestazione e l'espansione della frontiera agricola. Lo Stato boliviano non ha avuto alcuna capacità di regolare tutte queste invasioni, ad oggi. In questo senso, la nuova legge 969 attacca il territorio del TIPNIS.
E’ importante tenere presente che le accuse e la campagna diffamatoria attiva nei media contro i leader contadini che si oppongono al progetto stradale attraverso il Tipnis sono prive di fondamento. L'attuale leadership del movimento di difesa del TIPNIS sostiene di essere pienamente impegnata nella sua difesa.
Ulteriori informazioni
Tipnis: gli indigeni boliviani temono l’estinzione dopo la decisione del governo
Il dossier aggiornato sulle rivendicazioni in difesa del TIPNIS
CA: Presidente della Bolivia Evo Morales; cc ILO
Egregio Signor Presidente Evo Morales,
In diverse occasioni ha espresso il suo impegno in difesa dell'ambiente e delle popolazioni indigene.
Tuttavia, il suo attuale progetto stradale attraverso il TIPNIS significherà la condanna all'estinzione per le popolazioni indigene yuracares, mojeñas trinitarias e tschimanes; la distruzione irrimediabile dell'ecosistema, facilitando l'arrivo di coloni, trafficanti di droga, compagnie petrolifere, di sfruttamento del legname e l'espansione della frontiera agricola. La perdita di copertura della vegetazione ai piedi delle Ande avrà conseguenze disastrose per le pianure, in termini di approvvigionamento idrico, ad esempio.
In passato, la Bolivia si è impegnata con i popoli indigeni per proteggere il TIPNIS promuovendo la Legge 180.
Ora, con la sua abrogazione e la promulgazione della nuova Legge 969, le attività estrattive un tempo proibite hanno via libera. Tuttavia, lo Stato non ha oggi le capacità di regolamentare tutte queste invasioni, che, come accade quando una strada si apre in una zona vergine, inevitabilmente comporta la sua distruzione totale.
Non costruite la strada Villa Tunari-San Ignacio de Moxos, che attraverserà il parco nazionale e il territorio indigeno Isiboro Secure TIPNIS. Difendete la foresta, l'integrità e i diritti delle popolazione del TIPNIS.
Preservate la Madre Terra da questa ferita mortale e permettete alla Bolivia di seguire il percorso esemplare del Sumak Kawsay (Buen Vivir) che difendete.
Rispettate la Costituzione Politica dello Stato e le convenzioni e trattati internazionali che tutelano i diritti delle popolazioni indigene.
Da parte sua, l'ILO dovrebbe creare una commissione di esperti per analizzare se l’avvenuto processo di consultazione condotto nelle comunità indigene del TIPNIS risponde alla Convenzione 169 di questa organizzazione.
Resto in attesa di una risposta a questa comunicazione.
Cordiali saluti,