Sale la preoccupazione per lo sfollamento dei Masai in Tanzania

I pastori Masai hanno contribuito con il loro stile di vita alla conservazione del cratere di Ngorongoro I Masai sono uno dei popoli più conosciuti dell'Africa orientale. (© hadynyah/istockphoto.com)

16 feb 2022

In Tanzania, la situazione del popolo Masai sta arrivando a un punto critico. Le autorità stanno ultimando i piani per sfollare decine di migliaia di persone. Si suppone che lo facciano nell'interesse della conservazione della natura, ma in realtà stanno cercando di promuovere il turismo.

Il conflitto è incentrato nella regione del cratere Ngorongoro. Qui, gli indigeni Masai convivono con un'impressionante diversità di animali. Per proteggere meglio la natura, il governo della Tanzania vuole sfollare più di 80.000 persone, scrive l'Oakland Institute nel suo studio The looming of eviction. La "conservazione della natura" è un pretesto, perché in realtà si tratta di dare maggiore impulso all’economia del turismo.

Le minacce di sfollamento sono anche una reazione alle critiche dell'UNESCO sul presunto cattivo stato di Ngorongoro, un patrimonio mondiale secondo l'istituzione.

L'Oakland Institute ha appreso che l'autorità regionale per la conservazione ha richiesto un budget per il reinsediamento della popolazione. L'operazione potrebbe iniziare entro la fine di febbraio. Inoltre, la comunità di Loliondo è stata informata che 1.500 chilometri quadrati della loro terra ancestrale saranno dichiarati corridoio per la fauna selvatica, il che interesserebbe altre 80.000 persone. Sullo sfondo c’è la promozione del turismo per i safari e di caccia, organizzato, tra gli altri, da una società degli Emirati Arabi Uniti.

"Il fatto che i Masai siano ancora una volta minacciati di sfollamento per soddisfare la famiglia reale degli Emirati Arabi dimostra che il governo della Tanzania continua a dare priorità alle entrate del turismo a spese dei pastori indigeni che hanno gestito l'area in modo sostenibile per generazioni", dice Anuradha Mittal, direttore esecutivo dell'Oakland Institute.

Salviamo la Foresta e l’Oakland Institute hanno pubblicato una petizione attiva da luglio 2021 per sostenere le richieste Maasai per porre la fine allo sfollamento, la violenza e la povertà. L'8 settembre 2021, 93.740 firme sono state consegnate all'ambasciata della Tanzania a Berlino e all'UNESCO. Mentre l'UNESCO rimane in silenzio, il governo va avanti e la preoccupazione del popolo Masai di perdere tutto aumenta. 

Per portere l'attenzione dell'UNESCO sul caso continuiamo a raccogliere firme: per favore firmate la petizione se non l'avete ancora fatto.