In Emilia e in Liguria c’è chi resiste alle lusinghe delle compagnie minerarie australiane

Sacrificare la natura per questo? Sacrifichiamo il nostro patrimonio ambuentale per questo? (© istockphoto.com)

25 gen 2022

Se in Lombardia e Piemonte due compagnie minerarie australiane hanno già ottenuto permessi per studiare la presenza di materie prime metalliche e licenze per le esplorazioni, Emilia e Liguria hanno detto no. Preoccupati per la salubrità delle loro acque e la salute del patrimonio naturale ad alta vocazione turistica. Ci auguriamo che altre regioni seguano il loro esempio.

Nonostante ci siano regioni come il la Lombardia ed il Piemonte che hanno ceduto alle lusinghe delle compagnie australiane a caccia di materiali metallici, attratte anche dal profitto che possono trarre, in altre zone d’Italia non è andata così, fortunatamente. C’è stata critica opposizione da parte degli enti regionali e locali.

Nel 2021 nel comune di Berceto, a meno di 60 chilometri da Parma, in Emilia - Romagna, la Alta Zinc ha inoltrato la domanda per ottenere licenze per effettuare operazioni di esplorazione per estrarre rame e manganese dai giacimenti di Corchia (per una superficie di circa 3.500 ettari). Lo stesso ha fatto in Liguria, per la miniera di Gambatesa (per una superficie di circa 8.200 ettari), nell’area appenninica tra le province di Genova e La Spezia. Il progetto ha preso il nome di 'Monte Bianco' e mira ad individuare giacimenti di rame, piombo, manganese, zinco, argento, oro, cobalto, nickel o altri minerali.

A Berceto, il sindaco Luigi Lucchi ha dichiarato con fermezza la sua opposizione al quotidiano La Repubblica, alle mire estrattiviste della compagnia australiana: "Il Comune di Berceto non è stato interpellato sulla questione. Non abbiamo piacere di far bucherellare le nostre montagne e non è auspicabile che venga data questa concessione. Il nostro territorio, fra l'altro, è parte di un Sito di interesse comunitario. [….] La via che porta alle miniere rientra nei percorsi delle guide escursionistiche della Val Taro e Val Ceno che stanno portando diversi turisti. Non è pensabile riattivare le miniere per estrarre materiali.”

Infatti, la zona di interesse della Alta Zinc si trova in prossimità dell’oasi storica di protezione denominata “CAVE”. Negli anni, la gestione e protezione naturalistica, hanno facilitato la creazione di habitat che hanno consentito l’insediamento di diverse specie di anfibi, e promosso il popolamento dell’avifauna nidificante e migratrice in particolare.

In Liguria, a fine novembre 2021, il Consiglio regionale della Liguria ha detto “no” all’unanimità alla richiesta di effettuare studi di ricerca mineraria inoltrata dalla Alta Zinc attraverso Energia Minerals Italia Srl per il progetto ‘Monte Bianco' che interessa i Comuni di Ne, Sestri Levante, Castiglione Chiavarese, Casarza Ligure, in provincia di Genovae di La Spezia nei Comuni di Maissana e Varese Ligure. Tutte località che avevano una antica tradizione mineraria, ma che oggi sono ad alto valore ambientale e di grande vocazione turistica, dove si producono prodotti enogastronomici biologici apprezzati in tutto il mondo.

Il voto unanime contrario è stato motivato da preoccupazioni mosse dai comuni colpiti, in particolare in relazione al rischio che le ricerche possano alterare i flussi delle falde acquifere. Inoltre, la giunta stessa ha dichiarato che la tutela del territorio e del paesaggio “resta imprescindibile”.

Inoltre, molti amministratori locali contrari all’attività mineraria si sono organizzati per opporsi e resistere, e ad aprile del 2021 hanno fondato il comitato “No a nuove miniere nelle valli del Levante” attivi anche su Facebook alla pagina “Comitato NO a nuove miniere nelle Valli del Levante".

Per il momento il la Regione Liguria e gli enti locali sono riusciti a fermare il progetto ‘Monte Bianco’, ma la situazione non è affatto risolta, anche perchè la la direzione archeologica del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali aveva espresso parere favorevole al progetto, facendolo pervenire al Ministero della Transizione Ecologica. Sorprendentemente. Pertanto, dopo l’unanime voto contrario della giunta, il Ministero della Transizione ecologica ha chiesto integrazioni documentali per esprimersi.

La risposta del Ministero è arrivata il 17 gennaio ed ha dato parere favorele affermando che le operazioni di ricerca ed esplorazione - che potranno durare tra i 3 e i 5 anni - non avranno impatti negativi sul territorio, l'ambiente ed il paesaggio. La concessione del progetto "Monte Bianco" interessa un'area di oltre 8.000 ettari. in quest'area si trova una parte del Parco dell’Aveto oltre ad almeno tre zone speciali di conservazione, definite "Habitat" perchè destinate alla conservazione della diversità biologica nel territorio dell’Unione Europea

In ogni caso la Regione Liguria resta contraria ed il comitato continua la sua opposizione. Ci preoccupa che il Ministero della Transizione Ecologica abbia una visione così a  breve termine. L'Italia e il suo patrimonio ambientale e paesaggistico, così come le risorse del sottosuolo rischiano di diventare obiettivo di altre compagnie minerarie abituate a depredare le ricche risorse di paesi stranieri, per poi a lasciarli sterili e inabitabili senza nessuna assunzione di responsabilità per i danni che causano. Questo è preoccupante, perchè nessuna attività mineraria risponde ad una visione rispettosa del clima, dell'ambiente e del benessere delle popolazioni.