Messico: deforestazione “oro verde” e violenze in totale impunità

Farfalle Monarca nello stato di Michoacán Messico Il santuario delle farfalle Monarca nello stato di Michoacán, Messico. (© AmericanWildlife/Istockphoto.com)

4 nov 2021

Il Messico è uno dei 17 paesi “megadiversi” del mondo per la sua biodiversità e specie endemiche. Il paese è coperto per il 70% da foreste ed ecosistemi preziosi che sono in pericolo, ma chi difende la natura e si oppone ai traffici illegali viene spesso ucciso nell’impunità totale.

Il Messico è un paese che negli ultimi anni sta soffrendo per la deforestazione indiscriminata e la distruzione di ecosistemi unici, come ha riportato questa settimana un’inchiesta della rivista Proceso. Il paese ha anche subito la perdita di almeno 30 difensori della natura e dei diritti umani nel 2020. Un aumento del 67% rispetto al 2019, secondo il rapporto annuale di Global Witness che ha documentato un totale di 227 omicidi tra i difensori della natura e dei diritti umani nel 2020 in tutto il mondo.Questi dati sono ancora più allarmanti se consideriamo che il 95% dei crimini commessi non vengono risolti, ovvero mancano un’indagine e un processo esaustivi. E questa è una costante dagli inizi del 2000 quando il paese ha iniziato a fornire dei dati consultabili. 

La perdita forestale in Messico tra devastazione ambientale e violenza criminale

Per avere un’idea delle proporzioni e dell’emergenza della deforestazione nel paese basti pensare che solo nel 2020 si sono persi 127.770 ettari di foreste, un’area equivalente quasi all’estensione della catena montuosa al confine con gli Stati Uniti (USA) della Sierra Madre Occidentale.

Le foreste tropicali, le foreste temperate, le mangrovie e le macchie del Messico coprono il 70% della superficie del paese e stanno soffrendo per il taglio indiscriminato e lo sfruttamento per megaprogetti agricoli e di allevamento, senza fare troppo scandalo, purtroppo. Queste foreste e biomi unici si trovano nello stato di Veracruz nella penisola dello Yucatan, così come nelle parti inferiori delle zone montuose del Chiapas, di Oaxaca e Guerrero e nello stato di Michoacán.

Questo scempio avviene spesso in modo violento con la partecipazione di gruppi armati e organizzazioni criminali che non si fanno alcuno scrupolo nell’assassinare i difensori della natura. Un caso recente è quello di Simón Pedro Pérez López, in Chiapas, per il quale chiediamo giustizia sostenendo la petizione organizzata con Las Abejas de Acteal,la ONG della quale faceva parte. 

 

Michoacán: l’ ”oro verde” fomenta la deforestazione, la violenza e minaccia il Santuario delle Farfalle Monarca

Proprio in questo stato si trova anche la Riserva della Biosfera Patrimonio dell’UNESCO e Santuario delle Farfalle Monarca. Si tratta di un ecosistema unico dove le farfalle migratrici trovano rifugio per trascorrere un periodo di letargo prima di affrontare il viaggio verso gli USA ed il Canada. Qui, infatti, grazie al clima temperato trovano protezione da eventi meteorologici estremi e la tranquillità di cui hanno bisogno per fare scorta dei grassi che le alimenteranno nel loro viaggio di ritorno. 

Questo Santuario è costantemente minacciato dall’attività illegale dei taglialegna, ed è proprio per difendere questo bioma unico al mondo che Homero Gómez González, guardiano del santuario e difensore della natura, è stato barbaramente ucciso agli inizi di gennaio del 2020. La stessa sorte è toccata a Raúl Hernández Romero, guida turistica della Riserva della Biosfera. Entrambi questi omicidi restano impuniti.

Michoacán è anche lo stato dove si coltiva l’avocado, conosciuto come "oro verde" per essere la seconda più grande fonte economica dello stato - dopo le rimesse degli emigranti - che frutta 50 miliardi di pesos all'anno, ovvero 2,5 miliardi di dollari. Lo stato ha il monopolo dell’esportazione verso gli USA perché è l’unico a poter garantire gli standard sanitari richiesti per la produzione e l’esportazione. Pertanto, la coltivazione dell’avocado nella foresta temperata di Michoacán rappresenta un'economia fondamentale e molto redditizia che è stata incentivata dalla sostituzione indiscriminata delle foreste con monocolture industriali per la produzione dell’“oro verde”. In questa economia, però, si sono inseriti anche gruppi criminali che controllano il territorio imponendo agli agricoltori l’estorsione, e non mancano di usare la violenza contro coloro i quali si sottraggono a questa pratica criminale, oltre ad aver creato delle imprese per lavare i proventi di altre attività illecite, come il traffico di stupefacenti, soprattutto metanfetamina  a dedicarsi all’estrazione di legname in modo illegale, estendendosi anche nei territori protetti della Riserva della Biosfera nella totale impunità .

 

Il pericolo della deforestazione non si può ignorare

Secondo gli studi dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), si calcola che dal 2000 ad oggi sono stati tagliati di quasi 100.000 ettari di foresta temperata (equivalente al 42,5% della superficie di Città del Messico), principalmente a causa dei cambiamenti di uso del suolo per la coltivazione di avocado e per l’allevamento di bestiame, senza contare la deforestazione illegale.

Nello stato di Michoacán, nei prossimi anni, se la deforestazione indiscriminata non si fermerà, si calcola che si perderanno tra 50.000 e 60.000 ettari di foreste di pini e querce, e se le autorità non interverranno, saranno convertiti in nuove piantagioni di avocado.

Durante la COP26 di Glasgow, il Messico ha firmato – anche se in zona cesarini - assieme ad altri 105 paesi la dichiarazione per fermare la deforestazione e la degradazione delle terre entro il 2030. Non abbiamo molta fiducia in questa dichiarazione, ma ci auguriamo che il Messico mantenga fede a questo impegno e che protegga chi difende la natura e i diritti umani.