Grazie al vostro impegno e sostegno, abbiamo ottenuto questi risultati

Donne indigene del Brasile marciano contro la distruzione della foresta Donne indigene del Brasile marciano contro la distruzione della foresta (© Apib Comunicação - CC BY-SA 2.0)

4 feb 2021

Molto spesso ci viene chiesto: "Il vostro lavoro e le petizioni che diffondete portano a qualcosa di concreto? Ottenete risultati dimostrabili contro la distruzione delle foreste e la natura? "La nostra risposta è: Sì, le adesioni alle nostre petizioni portano a risultati concreti. Sì, sostenendo i nostri partner nel sud del mondo riusciamo a preservare la natura e possiamo dimostrarlo.”

Spesso le nostre petizioni raggiungono risultati concreti. Di seguito trovare un riepilogo dei risultati più recenti che abbiamo ottenuto:

- Nella Guayana francese, un tribunale amministrativo si è pronunciato a favore dell'associazione Maïouri Nature Guyane, socia del Collectif Or de question, contro l'autorizzazione allo sfruttamento del giacimento aurifero nell’area "Boeuf  mort" parte della concessione della compagnia mineraria Montagne d'Or - che aprirebbe una voragine di oltre 2,5 km di diametro e 500 metri di profondità nella foresta. Salviamo la Foresta ha contribuito a fare pressione internazionale e a far conoscere il caso con una petizione che ha raccolto oltre 560.000 (!) fime. 

-In Canda, la realizzazione del più grande progetto per l’estrazione di sabbie bituminose di tutti i tempi che avrebbe inquinato, avvelenato e distrutto foreste, zone umide e fiumi in un'area di 292 chilometri quadrati, minacciando l'habitat di caribù e bisonti è stato fermato. La nostra petizione indirizzata al governo canadese che ha raccolto oltre 253.000 firme ha contribuito assieme ad altre organizzazioni ambientaliste ad ottenere questo risultato. 

- L’Indonesia, a seguito delle proteste internazionali, ha rivisto il suo intento di permettere nuovamente l'esportazione di legname illegale che aveva deciso a fine marzo 2020, causando un pericoloso arretramento del percorso decennale di conquiste ambientali del paese. Il pretesto era il sostegno dell’ industria del legname, colpita dalla crisi del coronavirus. La decisione è stata cambiata grazie alle proteste di numerose organizzazioni ambientaliste, tra queste anche Salviamo la Foresta

- In Uganda, la foresta di Kafuga è stata salvata, per ora, dall'espansione delle piantagioni di tè. Un tribunale ha assegnato alla comunità locale l'area confinante con l'habitat dei gorilla.I giudici hanno anche stabilito che la foresta deve essere messa in condizioni di protezione secondo la legge entro un anno. Oltre ad aver contribuito con le donazioni raccolte, Salviamo la Foresta ha ottenuto questo risultato concreto per la difesa della foresta di Kafuga con una petizione online che ha raccolto 257.591 firme. 

- In Messico, una giudice ha concesso la sospensione definitiva di una parte del progetto ferroviario denominato "Tren Maya", che passa sui territori degli indigeni Ch'ol del Chiapas e che mette a rischio porzioni di foresta tropicale.Salviamo la Foresta ha divulgato il caso del "Tren Maya" a livello internazionale, evidenziando in particolare i pericoli ad esso collegati soprattutto per le foreste e per le popolazioni indigene che vivono nel territorio interessato. Attraverso la petizione "Il Treno Maya devasterà la foresta in Messico" sono state raccolte oltre 200.000 firme che sono state consegnate alle autorità messicane l’8 giugno 2020

- In Nigeria, abbiamo contribuito a mettere al sicuro una delle ultime foreste del paese nel Cross River National Park e l’autostrada che avrebbe attraversato e distrutto porzioni irripristinabili di foresta non è più una minaccia. Il governo provinciale ha finalmente rinunciato a questo controverso progetto. Questo grande risultato l’abbiamo ottenuto assieme ad un’ampia coalizione ambientalista che si è opposta a questa autostrada dal 2016. Salviamo la Foresta ha raccolto 460.310 firme diffondendo il caso a livello internazionale e contribuendo concretamente assieme a voi a salvare la foresta in Nigeria. 

Lunghe attese e priorità diverse dell’ agenda politica

I risultati non arrivano uno dopo l’altro. Per ottenere i risultati con la consegna delle firme alle nostre petizioni ci vogliono anche anni, soprattutto affinchè l’agenda politica dei governi interessati ne tenga conto.

- Grazie anche alla nostra petizione, che ha raccolto oltre 893.000 (!) firme fino ad oggi, i politici europei sanno che devono fare di più per fermare il commercio di avorio nella UE.

- In questi anni, grazie alle campagne di informazione e alle nostre petizioni, abbiamo reso impossibile a qualsiasi politico di dichiararsi inconsapevole di fronte ai danni causati dal protrarsi delle loro politiche irresponsabili che fomentano l’uso dell’olio di palma nei biocarburanti. Con le petizioni in corso, abbiamo raccolto oltre 266.000 firme (rischio di cancro per il consumo di olio di palma) e almeno 600.000 firme con le petizioni sull’olio di palma nei biocarburanti per alimentare i mezzi di trasporto e i danni delle monocolture su larga scala in vari paesi del mondo.

- Numerose petizioni, hanno contribuito a portare multinazionali e capi di stato accusati di commettere violazioni dei diritti umani e causare danni a doversi difendere davanti ad un tribunale, persino davanti al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, come è accaduto di recente in Brasile.

Si inizia ad aiutare a salvare le foreste ed il clima, aumentando la consapevolezza a casa propria

Il nostro lavoro aiuta in Italia e in Europa ad aumentare la consapevolezza rispetto alle nostre abitudini e ai nostri consumi che contribuiscono a distruggere le foresta tropicali. Si tratta di abitudini e consumi che fomentano la produzione ed il commercio di olio di palma per alimenti, prodotti di bellezza e per la casa e biocaburanti; di soia per gli allevamenti industriali di bovini, principalmente,  e di miniere a cielo aperto per l'estrazione di oro, rame ed altri metalli, e di sfruttamento delle foreste per il legname tropicale. Il fatto che la politica irresponsabile che fomenta l’uso dei biocarburanti nella UE abbia aperto un dibattito permanente in Europa sul tema, portando ad informare il pubblico sulla presenza o meno di olio di palma nei prodotti che consuma, è un risultato che si deve al lavoro indefesso dei gruppi ed organizzazioni ambientaliste, come Salviamo la Foresta – Rettet den Regenwald e.V. - e alle organizzazioni in difesa dei diritti umani.

Questi risultati, li abbiamo raggiunti anche con il vostro supporto e per questo vi ringraziamo e vi chiediamo a continuare ad impegnarvi assieme a noi!